Roma, 29 gennaio 2020 – “La Cisl è contraria a scambiare la flessibilità nell’accesso alla pensione con il ricalcolo degli assegni in senso peggiorativo”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, commentando il Rapporto FMI.
“Lo abbiamo detto al Ministro del lavoro lunedì e lo ripetiamo al FMI: sulla previdenza e sulle pensioni bisogna smettere di fare cassa sulla pelle di pensionate e pensionati e continuare a schiacciare con regole penalizzanti la generazione di chi si trova oggi intorno ai 60 anni. E’ necessario aprire una nuova stagione di riforma della previdenza che abbia come punti di riferimento l’equità del sistema, anche tra le generazioni e la stabilità delle regole almeno per un decennio, per poter dare certezze ai lavoratori. Il ricalcolo delle pensioni produrrebbe solo ulteriore incertezza. Invece è indispensabile recuperare la fiducia dei cittadini e questo lo si fa anche strutturando un sistema previdenziale e di accesso alla pensione più equo e con regole più comprensibili. Se la sostenibilità economica del sistema previdenziale è importante, altrettanto lo è la sostenibilità sociale che, invece, è stata pericolosamente sottovalutata negli ultimi anni. Auspichiamo che il confronto iniziato al Ministero del lavoro e le Commissioni di studio sulla spesa previdenziale e sui lavori gravosi consentano di elaborare proposte in linea con le rivendicazioni del sindacato: flessibilità nell’accesso alla pensione, rafforzamento della pensione per le donne, valorizzazione dei lavori di cura, correzione di meccanismi ingiusti del sistema contributivo, miglioramento della tutela dei lavori usuranti e gravosi, pensione di garanzia per i giovani, piena rivalutazione delle pensioni con rafforzamento della cosiddetta “quattordicesima”, soluzione definitiva del tema “esodati”.
“Lo abbiamo detto al Ministro del lavoro lunedì e lo ripetiamo al FMI: sulla previdenza e sulle pensioni bisogna smettere di fare cassa sulla pelle di pensionate e pensionati e continuare a schiacciare con regole penalizzanti la generazione di chi si trova oggi intorno ai 60 anni. E’ necessario aprire una nuova stagione di riforma della previdenza che abbia come punti di riferimento l’equità del sistema, anche tra le generazioni e la stabilità delle regole almeno per un decennio, per poter dare certezze ai lavoratori. Il ricalcolo delle pensioni produrrebbe solo ulteriore incertezza. Invece è indispensabile recuperare la fiducia dei cittadini e questo lo si fa anche strutturando un sistema previdenziale e di accesso alla pensione più equo e con regole più comprensibili. Se la sostenibilità economica del sistema previdenziale è importante, altrettanto lo è la sostenibilità sociale che, invece, è stata pericolosamente sottovalutata negli ultimi anni. Auspichiamo che il confronto iniziato al Ministero del lavoro e le Commissioni di studio sulla spesa previdenziale e sui lavori gravosi consentano di elaborare proposte in linea con le rivendicazioni del sindacato: flessibilità nell’accesso alla pensione, rafforzamento della pensione per le donne, valorizzazione dei lavori di cura, correzione di meccanismi ingiusti del sistema contributivo, miglioramento della tutela dei lavori usuranti e gravosi, pensione di garanzia per i giovani, piena rivalutazione delle pensioni con rafforzamento della cosiddetta “quattordicesima”, soluzione definitiva del tema “esodati”.