In questa Italia rissosa con le idee confuse, in un clima permanente da campagna elettorale. il via libera ai lavori della Tap è una svolta importante, fortemente auspicata in questi anni dalla Cisl. Dopo tante polemiche e ritardi finalmente si dà spazio ad una prospettiva di sviluppo, lontana da quella dannosa ideologia del no che da troppi anni frena nel nostro Paese la crescita, gli investimenti e di conseguenza l’occupazione. Il Gasdotto Tap è un’opera strategica capace di ridare ruolo e protagonismo alla politica energetica europea, rendere il nostro Paese più indipendente dalle forniture estere, ma, soprattutto, di incidere in modo consistente sulla riduzione dei costi dell”energia a favore di famiglie ed imprese. Lo sviluppo produttivo del Paese e la tutela dell’ambiente e del territorio si possono e si devono conciliare, come abbiamo fatto con saggezza con l’accordo su Ilva a Taranto. Ma occorre buon senso e senso di responsabilità arginando sterili populismi e le posizioni radical. Ci sono gli strumenti, le tecnologie e dobbiamo utilizzare di più il dialogo ed il confronto con le parti sociali. Sbaglia chi punta ancora ad una revisione complessiva delle grandi opere, fino a contemplare anche l’abbandono dei progetti. E’ la cartina da tornasole di un paese che non sa decidere sul proprio futuro, incapace di valutare, senza pregiudizi ideologici, qualunquismo ed interessi di bottega, l’importanza degli investimenti pubblici in infrastrutture per la crescita e lo sviluppo del Paese. Questo è il vero anello debole della manovra del Governo Conte.