Roma, 19 aprile 2018. «E’ necessario ripensare a nuovi modi e valori dell’integrazione tra cura e assistenza alla persona. I sistemi per renderli realmente applicabili devono essere sviluppati e questa trasformazione richiede un coordinamento ed una risposta multisettoriale efficace. Anche il movimento sindacale può e deve fare molto, non solo per migliorare le condizioni di lavoro, ma anche nella tutela dell’utente e della sua famiglia. I servizi di cura e assistenza alla persona dovranno essere riconosciuti come valore pubblico sia a livello sociale che economico e dovranno essere ridefiniti socialmente in maniera positiva e proattiva» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri intervenuto al Comitato Direttivo del sindacato internazionale della cura e dell’assistenza alla persona Unicare – aderente al sindacato internazionale del terziario e dei servizi Uni Global Union – in corso a Drogheda in Irlanda, all’indomani della sua elezione all’incarico di vice presidente del sindacato europeo Unicare Europa.«L’ageing society è in Europa e in diverse parti del mondo un fenomeno in espansione, con le popolazioni di persone anziane che aumentano insieme alla maggiore richiesta di assistenza e supporto. Il diritto della persona anziana di scegliere, controllare e vedersi riconosciute esigenze e preferenze nella programmazione e nella fornitura di assistenza e supporto va combinato con il diritto di chi fornisce i servizi di cura e assistenza di avere il giusto riconoscimento sociale, professionale ed economico» ha aggiunto il sindacalista approfondendo lo scenario in Italia dove il fenomeno dell’invecchiamento demografico, comune alla maggior parte dei paesi industrializzati, colpisce in modo particolare. Gli ultrasessantacinquenni, stimano l’Istat e l’Eurostat, oggi pari al 20,3%, raggiungerà quota 33,2% nel 2056. «Mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie – ha evidenziato Raineri – l’invecchiamento demografico porterà il numero degli attuali collaboratori da 1milione e 655mila a 2milioni e 51mila nel 2030, determinando un fabbisogno aggiuntivo complessivo di circa 500mila unità».«Nell’era della globalizzazione e delle multinazionali, sempre più diffuse nel globo anche nel settore di cura e assistenza alla persona – ha sottolineato il sindacalista – è urgente potenziare l’azione sindacale e la contrattazione a tutti i livelli per migliorare da un lato le condizioni di lavoro e accrescere la professionalità e garantire dunque la qualità delle prestazioni, dall’altro finalizzando l’attività contrattuale all’accesso alle prestazioni di cura e assistenza nell’ambito di nuovi sistemi di home care e di long term care rivolti ai lavoratori e ai familiari capaci di garantire dignità e inclusione nella fase della vecchiaia». «Un obiettivo raggiungibile – ha concluso il sindacalista – anche attraverso i sistemi bilaterali che prevedano di destinare parte della retribuzione, come già avviene in alcuni paesi europei, a tutela delle proprie necessita assistenziali in età avanzata». La Fist Cisl ha espresso la massima condivisione del piano di azione 2018 presentato da Unicare, mirato a potenziare l’attività di sindacalizzazione e a migliorare le condizioni di lavoro di chi opera e presta servizio nelle multinazionali del settore della cura, propedeutico allo svolgimento del congresso mondiale del sindacato internazionale in programma a Roma nel mese di febbraio 2019.