Roma, 4 giugno 2016. “Alla vigilia dello sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore autostrade, previsto per domani e dopodomani 4 ore per turno, con rammarico riscontriamo la volontà di omettere da parte aziendale le vere ragioni della protesta, come se vi fosse un problema di comunicazione , inducendo alla percezione che chi non ha capito è il sindacato”, con queste parole Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, Sla-Cisal e UglTrasporti rispondono alle parti datoriali e ribadiscono le ragioni dell’astensione dal lavoro. “Sono passati 5 mesi dalla scadenza del contratto collettivo nazionale – spiegano le organizzazioni sindacali dei trasporti – e tutti comprendono che ogni mese che passa di mancato rinnovo, diminuisce il potere d’acquisto delle retribuzioni. Le aziende hanno sostenuto sin dall’inizio una tesi bizzarra, mutuata dalla parte più retriva di Confindustria, Federmeccanica, in base alla quale, secondo calcoli non meglio identificati, i lavoratori di autostrade invece di vedersi aumentare le loro retribuzioni avrebbero dovuto dare dei soldi indietro alle aziende. Tale tesi non tiene assolutamente in conto che le modalità con cui si è definito il precedente rinnovo contrattuale è stato frutto di mediazioni, cinque rate nel triennio, cancellazione dell’indennità di trasferta e via elencando, e soprattutto che i conti del Sindacato per gli aumenti retributivi non coincidevano con quelli fatti allora dalle aziende. Nella trattativa per il rinnovo del ccnl, quando siamo arrivati ad affrontare la parte economica, le parti datoriali ci hanno chiesto: la sterilizzazione degli aumenti dei minimi contrattuali, la revisione dell’indennità maneggio denaro, la revisione in pejus delle ferie e l’applicazione integrale del Jobs Act Tutto questo in un settore che dal 2010 al 2014 ha visto aumentare il valore aggiunto di oltre il 20% e il Margine operativo lordo in maniera costante; anche gli utili sono in forte crescita, addirittura per alcune aziende di oltre il 30% rispetto al 2010, con una redditività media del capitale investito (ROE), vicina al 10%, con punte del 31%. Per queste ragioni scioperiamo, per ragioni esclusivamente economiche e di ingiustizia, perché è profondamente ingiusto che aziende come quelle autostradali, con i risultati economici che hanno, si rifiutino rinnovare il contratto di lavoro. E’ profondamente ingiusto, iniquo non rinnovare il contratto di lavoro e lede profondamente la dignità dei lavoratori che hanno contribuito in maniera determinante al raggiungimento di quei risultati”.