4 settembre 2016 – “Sono sconcertato” così Giulio Romani, Segretario generale First Cisl, commenta il ping-pong di dichiarazioni che prima attribuiscono al Presidente Renzi la volontà di dimezzare i bancari in dieci anni, lasciandone a casa 150.000 e poi vengono smentite da Palazzo Chigi, che invece precisa che il Governo vorrebbe ridurre solo le poltrone degli amministratori. “Mi domando come sia possibile un simile equivoco che, se non altro, è servito a chiarire i punti di vista dei soggetti in campo. Gli unici ad essersi affrettati a dar ragione a Renzi, nelle dichiarazioni che, a questo punto, forse, non ha mai fatto, sono stati un paio di ex amministratori di importanti banche – che meglio farebbero a godersi le loro esagerate liquidazioni senza recare ulteriori danni – e il Signor Giovanni Bossi (IFIS), che, in preda ad una “eccitazione da licenziamenti” ha perfino immaginato che il dimezzamento dei bancari potesse essere realizzato in un anno solamente: d’altra parte si sa, quando vien gettato l’osso nella gabbia le belve lo vogliono mangiare tutto e subito”. “Apprezzo – continua Romani – la presa di posizione di Lodesani, Presidente del Casl Abi, che, con il consueto equilibrio, ha ben tracciato il quadro del sistema, senza rinnegarne le difficoltà, ma testimoniando di volerne affrontare le criticità in modo costruttivo, confrontandosi, come nel passato, con le organizzazioni sindacali. Dovrebbe in ogni caso prendere spunto da questo atteggiamento anche il Presidente del Consiglio, che, prima di avventurarsi in analisi, evidentemente equivocabili, di materie che forse non conosce approfonditamente, dovrebbe accettare di confrontarsi con le parti sociali – il sindacato da tempo glielo chiede unitariamente – per verificare quali nuovi modelli di banca possano essere sviluppati per sostenere, a partire dal settore, gli interessi delle famiglie e delle imprese del Paese”. “Ricordiamo che in Germania le aziende bancarie sono in numero quintuplo di quelle italiane se rapportate al numero delle imprese e doppio se rapportate al numero degli abitanti; gli sportelli sono grosso modo pari se rapportati agli abitanti, ma doppi se rapportati alle imprese; i dipendenti bancari italiani, invece, sono meno della metà di quelli tedeschi e neanche tre quarti di quelli francesi; ogni dipendente bancario italiano serve oltre 200 abitanti e oltre 12 imprese, mentre un francese serve 160 abitanti e 7 imprese e un tedesco 125 abitanti e poco più di 3 imprese; infine uno sportello bancario italiano ha in media poco più di 9 addetti, uno francese 11 e uno tedesco 18”. “È chiaro – conclude Romani – che se vogliamo avere un sistema bancario prossimo al Paese ed alla sua economia non possiamo continuare a disinvestire, né possiamo limitarci alle razionalizzazioni, ma dobbiamo essere capaci di generare nuovi ricavi attraverso l’offerta di servizi, consulenze innovativi. In questo l’azione del Governo può essere fondamentale, eliminando i fattori di scarsa competitività che danneggiano il sistema bancario, soprattutto sul piano degli oneri fiscali e sociali, assolutamente disallineati con quelli applicati alle altre banche europee. Noi, in ogni caso, aspettiamo di incontrarlo per fornire il nostro contributo costruttivo come sempre nella nostra storia. Se di equivoco si è trattato, tanto meglio… Ma basta con le strumentalizzazioni!” . Ufficio stampa First Cisl