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Banche. Romani (First Cisl): “In Carife hanno pagato i dipendenti, ma i responsabili della crisi non sono stati perseguiti”

Pubblicato il 2 Gen, 2017

Roma, 1 gennaio 2017. “Resta una profonda amarezza per l’epilogo di una storia di cui i responsabili non sono stati ancora perseguiti, mentre i lavoratori, dopo anni di duri sacrifici economici, sono l’unico soggetto cui è stato presentato il conto del disastro compiuto da altri”: è il commento di Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, primo sindacato del settore finanziario italiano, in merito all’accordo sottoscritto nel pomeriggio del 31 dicembre in Carife, che prevede 350 esuberi (su 850 dipendenti), di cui solo poco più di 90 potranno, per ora, usufruire del fondo di solidarietà per l’accompagnamento alla pensione, mentre per tutti gli altri sarà possibile dimettersi volontariamente beneficiando di un congruo incentivo economico. “Il sindacato – prosegue Romani – ha dimostrato ancora una volta di essere capace di assumersi responsabilità collettive su accadimenti imputabili ad altri. In questo, come in tanti altri casi, se si fossero ascoltati a suo tempo i rappresentanti dei lavoratori si sarebbero evitati errori e crisi. È giunto il momento di essere riconosciuti come soggetto legittimato a concorrere alle scelte del sistema bancario, coinvolgendo i lavoratori nell’organizzazione, nei controlli e nelle decisioni strategiche delle banche. Ormai è un’evidente necessità, nonché un atto capace di restituire ai lavoratori la dignità troppe volte messa in discussione dalle conseguenze di scellerati comportamenti di altri”. “Siamo comunque soddisfatti dell’esito di una trattativa che, a tratti, è parsa disperata e che, invece, grazie alla responsabile e determinata unità delle parti sindacali e alla coerenza di quelle aziendali – aggiunge Alessandro Spaggiari, che ha seguito la vertenza per conto della segreteria nazionale di First Cisl -, ha raggiunto un punto di equilibrio elevato, riducendo di 50 addetti il numero degli esuberi e escludendo, allo stato, il ricorso ai licenziamenti collettivi. L’accordo prevede sostegni importanti per chi esce e per chi dovrà rimanere e determina la precondizione perché Carife sia acquisita e quindi salvata. Adesso occorrerà attendere l’esito delle adesioni dei dipendenti e la manifestazione delle indispensabili offerte di acquisto della banca per capire se gli strumenti volontari che abbiamo concordato saranno sufficienti a concludere, senza ulteriori ferite, questa triste vicenda”.

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