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Banche. Varato dal CdM decreto su riassetto sistema creditizio.Cisl e Fiba: “Dl inaccettabile, travolge le Banche Popolari”

Pubblicato il 21 Gen, 2015

Luigi Sbarra Segretario Confederale Cisl e Giulio Romani Segretario Generale Fiba Cisl chiedono un incontro a Grasso: “Se il Presidente del Senato deciderà di firmare il decreto, 150 anni di storia fatta di sussidiarietà e partecipazione saranno d’un tratto cancellati”.

20 gennaio 2015 – “Tanto tuonò che piovve! L’annunciato decreto di riassetto del sistema creditizio che travolge le Banche Popolari è stato varato dal Consiglio dei Ministri. Se il presidente Grasso deciderà di firmare il decreto, convalidando il percorso di urgenza con cui una questione così importante per l’economia e la democrazia nel Paese viene liquidata senza alcun contraddittorio, 150 anni di storia fatta di sussidiarietà e di partecipazione saranno d’un tratto cancellati, con conseguenze oggi forse non sufficientemente valutate”. Luigi Sbarra, Segretario Confederale Cisl e Giulio Romani,Segretario Generale Fiba Cisl chiedono al Presidente Grasso un incontro e di essere ascoltati: “le ragioni che sostengono il provvedimento del Governo – sottolineano in una nota congiunta – cozzano drammaticamente con i fatti, che dimostrano come il sistema di governance delle Banche Popolari non è mai stato di alcun impedimento né alla salute economica delle stesse, né alla loro capacità di assolvere la funzione sociale di erogazione creditizia e di tutela del risparmio.
I fatti dimostrano, anzi, che le banche maggiormente provate dalla crisi e da fenomeni di cattiva gestione non sono state affatto le Popolari!
In una fase sempre più drammatica di crisi economica il Paese deve essere chiamato ad un impegno comune straordinario: noi siamo fermamente convinti – concludono Sbarra e Romani – che cancellare oggi nel sistema bancario italiano i valori della cooperazione e della democrazia economica, che solo attraverso le Banche Popolari abbiamo potuto, almeno in parte, sperimentare, sarebbe un errore di cui la storia ci attribuirebbe la grave responsabilità”.
Ufficio stampa Cisl

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