Roma, 8 gennaio 2016. “Di certo non mi unisco al coro di chi vede il bicchiere mezzo vuoto. E non sono d’accordo con chi sostiene che il jobs act sia stato completamente inefficace sul mercato del lavoro.” Così il leader della Fim Cisl Marco Bentivogli intervistato da “Avvenire” commenta i dati sull’occupazione”.
“Tuttavia – precisa – l’Italia resta il Paese europeo che sta trovando maggiori difficoltà nell’uscita dalla crisi e la strada da fare è ancora lunga”, il passo in avanti – secondo il sindacalista – “deve essere accompagnato da misure di politica industriale chiare ed efficaci, altrimenti l’Italia non ripartirà mai”. “Bisogna scegliere traiettorie di sviluppo su cui puntare, saper selezionare, per poi mettere in campo ingenti investimenti pubblici e privati. Gli accordi sull’automotive – dice – sono un esempio per rilanciare siderurgia, aerospazio e Itc – spero – che gli Stati generali dell’industria fissati dal ministro Guidi per il 10 febbraio a Roma, siano l’occasione giusta per prendere decisioni su questi punti.
Sulle vertenze ancora aperte precisa: “va sottolineato il proficuo lavoro svolto dal MiSE da quanto è in carica il governo Renzi”. Dal 2008 a oggi si sono persi 250 mila posti di lavoro, ma ne siamo riusciti a salvare 100 mila con la contrattazione, come ha riconosciuto anche Federmeccanica. Restano questioni delicatissime come Alcoa e Ilva – ma al di à dei casi specifici va cambiato – secondo Bentivogli – il sistema in cui si affrontano. “Il sindacato – dice – entra in gioco solo nella fase terminale, quando i margini per trovare una soluzione sono strettissimi. Le parti sociali non possono essere considerate un pronto soccorso, dovrebbero essere coinvolte anche nelle decisione strategiche di un impresa”. “Senza partecipazione il nostro Paese non sarà mai forte e reattivo.
Ufficio Stampa Fim Cisl