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Candy. Furlan: “Un altro pezzo del made in Italy va purtroppo all’estero. Ora occorrono garanzie chiare su futuro della produzione in Italia”

Pubblicato il 1 Ott, 2018
1° ottobre 2018 –  “E’ singolare che, a pochi giorni dalla firma di un accordo che ha evitato 207  licenziamenti ed ha  rilanciato la produzione di elettrodomestici,  la Candy, uno storico marchio italiano, sia stata venduta  ai cinesi del gruppo Qindao Haier”.   Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan.   “Un altro pezzo del made in Italy finisce purtroppo all’estero, senza la necessaria trasparenza di informazione nei confronti del sindacato. Parliamo di un’azienda da 1,6 miliardi di ricavi e quasi 5 mila dipendenti nei vari stabilimenti, il cui centro di design e sito produttivo centrale si trova a Brugherio, in provincia di Monza e Brianza. Noi speriamo che l’occupazione, la capacità di innovazione, le tecnologie ed il design, unite allo stile italiano di Candy, possano essere salvaguardati nel nuovo modello operativo di Qingdao Haier. Ma occorrono garanzie chiare sul futuro dell’unico stabilimento italiano rimasto ed il Governo dovrà impegnarsi in prima persona per il rispetto di tutti gli accordi sottoscritti dall’azienda perché l’ampliamento della produzione  è la precondizione per il mantenimento del sito di Brugherio e dei livelli occupazionali  della Candy nel  nostro paese. La scarsità di capitali nel nostro paese può essere oggi compensata dalla grande qualità  e creatività delle nostre aziende. Proprio per questo non vanno disperse tutte le professionalità e vanno tutelate le produzioni. E’ necessario che il Governo e le parti sociali sappiano elaborare insieme una politica industriale in grado di sostenere le nostre produzioni manufatturiere, rafforzando il piano di industria 4.0 con un grande investimento nella formazione, nelle competenze, nella maggiore produttività e qualità delle nostre aziende, con un sistema di relazioni industriali aperte alla partecipazione del lavoro in tutte le sue forme:  partecipazione organizzativa, ai risultati, alla governance. Questa è la sfida della Cisl “.
 

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