Roma, 6 giugno 2019 – “Le imprese raggiunte da interdittiva antimafia sono passate da 300 nel 2015 a 709 nel 2018, per un totale complessivo di quasi 1.900. I numeri riportati nella relazione annuale dell’Anac, tenutasi stamani a Montecitorio, sono un segnale di quanto le organizzazioni criminale si stiano infiltrando nell’economia legale”. Così il Segretario Confederale della Cisl, Andrea Cuccello, commenta le parole del Presidente Cantone nella sua relazione annuale. “Condividiamo le preoccupazioni del Presidente Anac quando dichiara che “l’auspicio deve essere quello di proseguire sulla strada intrapresa- prosegue il sindacalista- evitando di rincorrere ricette sbagliate che sembrano perseguire l’obiettivo non della condivisibile sburocratizzazione del sistema amministrativo, ma di una inaccettabile deregulation già vista in opera nel Paese negli ultimi anni con risultati deleteri anche sul fronte della corruzione. Ecco perchè riteniamo, anche a fronte di queste considerazioni, che il decreto sblocca cantieri e la sospensione del codice appalti sia una scelta scellerata che rischia di riaprire la strada dell’illegalità senza sbloccare nessuna opera. Insistiamo perché il Governo si assuma la responsabilità di modificare i testi che stanno per essere approvati che vanno nella direzione opposta alla lotta e contrasto alle mafie, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla tutela dei lavoratori, alla affermazione della trasparenza e legalità. Sta avvenendo con la scusa dello sblocca cantieri uno stravolgimento della realtà. Ci sembra irragionevole permettere alle imprese con irregolarità fiscali e contributive non divenute definitive, di partecipare alle gare di appalto. E’ inoltre inaccettabile la decisione di ripristinare le gare ad inviti per i lavori fino ad un milione di euro. E poi contestiamo l’affidamento libero per appalti non superiori a 40 mila euro e l’ aver aumentato la percentuale al 40% del subappalto”. “Come Cisl crediamo che il senso di responsabilità di chi governa dovrebbe essere quello di riconvocare le parti sociali e costruire realmente un decreto che sblocchi i lavori, contrasti con più forza la corruzione e la lotta alle mafie, dia maggiori tutele ai lavoratori” – conclude Cuccello.