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Commercio. Molteplici le iniziative di sciopero e mobilitazione contro la deregulation

Roma, 13 aprile 2017. «La deregulation nel commercio lasciata in dote nel 2011 dal Governo Monti ha generato molta confusione e soprattutto ha creato un far west sulle aperture dei negozi, in assenza, in molti casi, di una contrattazione di secondo livello sulle materie dell’organizzazione del lavoro» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl,  Pierangelo Raineri.  Contro  le aperture commerciali nelle giornate di festività pasquali numerose quindi in tutta Italia le iniziative di sciopero e mobilitazione: in Piemonte l’assemblea dei 2500 lavoratori del Serravalle Designer Outlet di Serravalle Scrivia ha approvato la mobilitazione indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Alessandria Asti; due giornate di sciopero, il 15 e 16 aprile, e due presidi sulle rotonde di accesso al centro commerciale sono la risposta alla decisione della proprietà McArthurGlenn di tenere aperto sia la domenica di Pasqua che il giorno di Santo Stefano.  Ad incrociare le braccia il 16 e 17 aprile anche i lavoratori del commercio e della grande distribuzione organizzata in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Puglia, dove i sindacati hanno invitato i lavoratori ad aderire alla protesta «per riportare al centro del dibattito un lavoro più dignitoso e il rispetto di tutte le feste laiche e religiose».  Nel Lazio i sindacati di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione contro «l’applicazione scellerata delle liberalizzazioni selvagge» mentre in Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Campania i sindacati hanno promosso una campagna informativa di sensibilizzazione rivolta ai lavoratori e ai consumatori.  Molteplici anche le iniziative territoriali contro le aperture dei negozi nelle giornate festive del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno.
La Fisascat Cisl ribadisce la necessità di ricondurre la materia delle aperture commerciali al confronto decentrato.  «La protesta dei lavoratori dell’outlet di Serravalle, simbolo della mobilitazione di questi giorni in tutta Italia – ha aggiunto il sindacalista – è generata innanzitutto dalla mancanza di relazioni sindacali, più volte in questi anni sollecitate dai sindacati di categoria territoriali, che avrebbero probabilmente gestito le aperture nel commercio e nella grande distribuzione organizzata nel rispetto della dignità dei lavoratori, per i quali crediamo oggi sia necessario prevedere la volontarietà della prestazione domenicale e festiva e maggiorazioni economiche ad hoc». «La nostra non è demagogia contro la flessibilità del lavoro ma è piuttosto una battaglia sacrosanta per una flessibilità regolamentata dai contratti collettivi di lavoro» ha precisato Raineri. «Allo stesso tempo crediamo che la competenza sulla fissazione dei livelli essenziali sugli orari di apertura – ha concluso il sindacalista – debba necessariamente essere ricondotta al confronto tra enti locali e le rappresentanze sindacali territoriali, anch’esso cancellato dal Decreto Salva Italia nel nome del principio della libera concorrenza».
 
 
 

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