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Consumatori. Meazza (Adiconsum): “Le autorità di Vigilanza Europee non possono continuare a procrastinare le decisioni, pena il rischio bail-in”

Pubblicato il 31 Mar, 2017

Roma, 31 marzo 2017. Non è bastata la proroga al 28 marzo dell’Offerta pubblica di transazione proposta da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ai propri azionisti per raggiungere la soglia dell’80% che avrebbe messo in sicurezza i due istituti. Sono circa 190.000 gli azionisti coinvolti in questa vicenda di ennesimo risparmio tradito – dichiara Walter Meazza, Presidente di Adiconsum nazionale – che hanno visto i risparmi di una vita divenire carta straccia. Non solo: le lungaggini delle autorità europee che da due anni vigilano sulle banche venete – prosegue Meazza – stanno danneggiando seriamente i già precari equilibri patrimoniali di queste due banche che, a seguito del panico dei depositanti, da ormai un anno stanno perdendo 1 miliardo di euro al mese di raccolta. La tempestività delle decisioni di competenza di Francoforte deve essere un imperativo categorico, pena il rischio concreto di bail-in. Invece che agire allo scaricabarile da parte della Vigilanza Unica – ribadisce Meazza – chiediamo al Governo di procedere rapidamente e senza ulteriori indugi, ad attuare quanto previsto nel decreto “salva risparmio” in materia di ricapitalizzazione precauzionale. L’offerta transattiva fatta ai risparmiatori delle due banche – dichiara Carlo Piarulli, responsabile nazionale Credito di Adiconsum – è assolutamente insoddisfacente, come insoddisfacente riteniamo sia il reddito ISEE di 13.000 euro indicato dal tavolo del welfare quale criterio per valutare se innalzare o meno l’offerta del valore delle azioni in possesso delle famiglie. Vogliamo discutere alla pari con le due banche su entrambe le offerte rivolte ai risparmiatori – ribadisce Piarulli – e in mancanza di tale confronto le uniche strade percorribili per loro sono quella della giustizia ordinaria e del ricorso all’Arbitro bancario finanziario (ABF) e, dal 9 gennaio scorso, all’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF). Abbiamo già avviato 100 cause pilota, i cui esiti dovrebbero arrivare per il prossimo giugno. Nel frattempo – prosegue Piarulli – rimane sempre valida la nostra proposta alle due banche di aprire la procedura della conciliazione paritetica, che potrebbe essere utile per riappacificare le banche col territorio.

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