Roma 29 gennaio 2016. “La rivoluzione digitale ha una portata tale che, se non saremo in grado di gestire questo cambiamento, ci ritroveremo presto con fabbriche intelligenti senza lavoratori e sindacato”. Così Marco Bentivogli segretario generale della Fim Cisl – interviene in un lungo servizio pubblicato questa settimana da L’Espresso su contratto e lavoro. Oggi – dice i leader della Fim – già nello stabilimento Fca di Pomigliano, dove si assembla la Panda, vent’anni fa servivano dieci persone per svolgere i compiti di un unico addetto – oggi – “un solo operaio specializzato governa in remoto 14 robot che si occupano di saldatura delle carrozzerie”. “E’ merito del world class manufacturing” che ha permesso di riportare in Italia una produzione delocalizzata in Polonia. Per Bentivogli “assisteremo a un aumento impressionante delle competenze richieste ai lavoratori, che avranno un ruolo più importante, diventeranno analisti di big data, progettisti e responsabili del settaggio delle macchine intelligenti.” “ Il modello – dice – deve essere la Germania , perché l’aumento di produttività e la diminuzione dei costi di produzione potrebbe far tornare in Italia le fabbriche migrate all’estero”. Nel paese della Merkel potrebbero essere 400 mila i posti di lavoro a rientrare grazie a quella che viene chiamata Industry 4.0 . Tuttavia – avverte Bentivogli – “questo avverrà solo nei paesi che sapranno formare persone mettendole in grado di affrontare i cambiamenti.” Sul contratto – dice – non ci spaventano le novità, dovremo affrontare il gap di competenze dei nostri operai – parlare di smart-working. Che alla General Motors Powertrain di Torino utilizziamo già. “ Le otto ore non sono più una misura del lavoro credibile, perché tutto quello che fa un lavoratore a casa con , grazie allo smartphone non viene retribuito.”
Ufficio Stampa Fim Cisl