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Coronavirus. Furlan: “Troppa confusione. Servono lineee guida nazionali per arrivare preparati alla riapertura. Completare accordo del 14 marzo”

Pubblicato il 19 Apr, 2020

19 aprile 2020 – “C’è troppa confusione, mentre serve una linea nazionale chiara da parte del Governo per dare certezza ai lavoratori. Non può essere che ogni Regione faccia a modo suo. Qui si parla di questioni molto delicate: non solo di riaprire, ma di farlo rendendo sicuri i luoghi di lavoro e i trasporti”. È quanto sottolinea oggi in una lunga intervista al “Corriere della Sera” la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan. “Per questo abbiamo chiesto unitariamente un incontro urgente al Presidente del Consiglio. Ci vogliono linee guida che completino l’accordo tra sindacati ed imprese del 14 marzo e poi intese aziendali applicative e territoriali per coprire anche le piccolissime imprese dove non ci sono rappresentanze sindacali. Inoltre, bisogna aprire tavoli con Regioni e Comuni per gestire la partita dei trasporto. Cosa facciamo con gli autobus e le metro nelle ore di punta?». La leader Cisl aggiunge che “bisognerà aumentare le corse dei mezzi pubblici, ma anche garantire il distanziamento. E si dovrà discutere anche di ingressi scaglionati, di riorganizzazione del lavoro e degli orari, così da evitare flussi concentrati di lavoratori in determinate ore». “Bisogna arrivare preparati alla riapertura: garantire la sanificazione dei luoghi di lavoro e dei mezzi di trasporto, la distribuzione delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione. Occorre poi effettuare i test sierologici ma certificati dal comitato scientifico e gestiti dal sistema sanitario pubblico. Tutte cose che evidentemente devono seguire standard unici su tutto il territorio nazionale», sostiene ancora la Furlan. “Purtroppo l’Italia ha pagato e sta pagando il prezzo più alto in Europa. Dovremo ripartire mettendo al centro il lavoro e la produttività che però non potranno essere secondari rispetto alla sicurezza. Sarà fondamentale sbloccare i 130 miliardi di euro per le infrastrutture già disponibili, garantire la liquidità alle imprese per lungo tempo e rifinanziare gli ammortizzatori, dove certamente non basterà un mese in più: la gente ha paura non solo del coronavirus, ma di perdere il lavoro. Nessuno deve sentirsi abbandonato. Evitiamo il rischio di un disastro sociale. Bisogna cambiare i paradigmi economici», conclude.

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