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Crisi. Furlan: “Necessario un patto sociale importante, che metta insieme le parti sociali e le istituzioni a tutti i livelli”

Pubblicato il 15 Giu, 2015

Firenze, 15 giugno 2015. “Davanti alla crisi noi da tanti mesi lanciamo come Cisl un messaggio molto chiaro: ci vuole un patto sociale importante, che metta insieme le parti sociali e le istituzioni a tutti i livelli: dal Governo nazionale alle Regioni e ai sindaci della citta’, perche’ solo in questo modo, condividendo obiettivi e dandoci reciproca responsabilita’, riusciamo a portare il paese fuori dalla crisi”. Lo ha detto Annamaria Furlan, Segretario della Cisl, nelle conclusioni del convegno “Sindacato e politica, quale rapporto” organizzato a Firenze dal sindacato. “Si tratta, aggiunge, di costruire un rapporto stretto e importante, in un clima di assoluta autonomia, il sindacato fa il sindacato, le istituzioni e la politica hanno un altro ruolo”.

Il Segretario della Cisl si dice poi scettica nei confronti della ‘Coalizione sociale’ di Landini che definisce “un fritto misto per cui il mondo dell’associazionismo crea un movimento politico e magari discute anche della bontà dei contratti”. “Non abbiamo bisogno – ha aggiunto – di inventarci nessun partito e nessuna scatoletta che prefiguri un futuro partito. Come Cisl non l’abbiamo mai avuto e non ci sentiamo orfano di nessuno. L’idea che il sindacato per essere forte debba avere un
partito di riferimento non la condivideremo mai”.

Secondo Furlan, nella crisi degli ultimi anni “la politica non e’ stata all’altezza di svolgere il suo ruolo”. “Non lo sono stati-aggiunge- i governi tecnici che hanno scelto strada esclusiva rigore e come non lo sono stati i successivi. Cosi’ come non lo sono stati i rapporti tra maggioranza e opposizione”. Un contesto aggravato dalla “sfiducia degli italiani che non hanno visto un Paese che ha saputa reagire alla corruzione dilagante, alle infiltrazioni di mafia, camorra, ‘ndrangheta soprattutto nei grandi appalti”.
Per questo Furlan non si e’ detta stupita dalla minore affluenza alle urne nell’ultima tornata elettorale: “gli scandali che hanno coinvolto le istituzioni piu’ vicine al territorio come i comuni, ma anche le regioni”, dove “chi e’ piu’ vicino al cittadino ha dimostrato di non essere all’altezza”, hanno significato “una tassello in piu'” sulla disaffezione. Ma allo stesso tempo “la scelta di non andare a votare significa una volta di piu’ utilizzare l’ultima carta per dare un messaggio chiaro di bisogno di cambiamento, di pulizia nelle istituzioni ma anche tanta voglia di poter contribuire al cambiamento”.

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