Roma, 28 marzo 2017. Non esistono dati scientifici statistici che dimostrino il rapporto tra gioco d’azzardo ed effetti psicopatologici. Questa la conclusione della consulenza commissionata da Lottomatica al dott. Paolo Crepet a seguito del rigetto del ricorso presentato al TAR contro l’ordinanza del Comune di Bergamo che introduce specifiche fasce orarie entro cui poter giocare d’azzardo. Per questo motivo, Crepet ritiene che i provvedimenti adottati dal Comune, pur “lodevoli” siano del tutto inutili. Un punto di vista, quello di Crepet, da cui dissentiamo – dichiara Walter Meazza, Presidente di Adiconsum nazionale – Intanto, perché un dato certo c’è ed è la relazione 2015 del Dipartimento politiche antidroga che riferisce che sono oltre 12.300 le persone in carico ai servizi per gioco d’azzardo patologico. Un altro dato è l’aumento del 1000%, dal 1993 al 2016, delle somme di denaro giocate. Inoltre, non è un caso che il Ministero della Salute abbia riconosciuto la ludopatia, non solo un fenomeno sociale, ma una vera e propria patologia (DGA, disturbo da gioco d’azzardo). Concordiamo col dott. Crepet sugli effetti positivi del gioco, quali la socializzazione e la condivisione – continua Meazza – ma dissentiamo sulla categoria di gioco in grado di realizzarli. La Campagna SLOTMOB, la campagna sociale per disincentivare il fenomeno del gioco d’azzardo legalizzato a cui come Adiconsum aderiamo, ha creato una rete, alla quale aderiscono i titolari di molti esercizi commerciali quali bar e tabaccherie che hanno scelto di non ospitare le slot machine, restituendo ai loro locali quella vocazione di luoghi di incontro per giocare in modo sano, mettendo a disposizione giochi come il calcio balilla, la dama, gli scacchi in cui il confronto è tra le persone e non con una macchina. Le ordinanze adottate dai vari Comuni, come quella di Bergamo – continua Meazza – derivano da una meticolosa raccolta dati e da un approfondito studio socio-economico, ma soprattutto dal fatto di assistere ai danni economici e sociali dei singoli e delle loro famiglie. Tra i motivi che hanno contribuito all’escalation di tale fenomeno c’è senz’altro il perdurare di una crisi che ha stravolto alcune sicurezze come il posto di lavoro stabile alimentando una cultura del guadagno facile e a qualsiasi costo, incurante dei valori. Adiconsum dà atto e pieno sostegno a quei sindaci che stanno tentando di arginare il fenomeno, consci della sua gravità, in maniera sistemica e non improvvisata – conclude Meazza – C’è bisogno di accompagnare tali sforzi con campagne di educazione all’uso responsabile del gioco e del denaro, promosse dallo Stato, e realizzate con il coinvolgimento delle Associazioni Consumatori. Ricordiamo che il Fondo di prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura, gestito da Adiconsum, su incarico del Ministero dell’economia, è stato tra le prime realtà a lanciare l’allarme sul fenomeno d’azzardo, quale nuova causa di sovraindebitamento delle famiglie.