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Donne – MGF. Cisl: “Circa 500 mila donne in Europa hanno subito mutilazioni genitali e sono 180 mila le vittime potenziali ogni anno”

Pubblicato il 6 Feb, 2020
Roma, 6 febbraio 2020 – “La Cisl ed il Coordinamento nazionale donne, in continuità con l’impegno contro la violenza di genere ed in linea con la Campagna permanente di sensibilizzazione per prevenire e contrastare l’ odiosa e dannosa pratica delle mutilazioni genitali femminili, hanno predisposto anche per l’anno in corso, in occasione della Giornata Internazionale contro le MGF, un Manifesto per confermare e rilanciare l’impegno del sindacato contro questo fenomeno”. Lo dichiarano in un comunicato congiunto il Segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani e la Responsabile del Coordinamento Donne Cisl, Liliana Ocmin. “Tolleranza Zero” è l’imperativo ribadito dalla Cisl nei confronti delle MGF, riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani e come una forma estrema di discriminazione di genere ed anche una violazione del diritto alla salute per le conseguenze che provocano sulla salute fisica e psichica delle vittime. Il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (MGF) ormai non interessa più solo i paesi africani ed asiatici ma anche l’Europa. Secondo le statistiche più aggiornate le bambine che vivono nel nostro continente in nuclei familiari provenienti da paesi non comunitari sono ad alto rischio di mutilazione. Sarebbero circa 500 mila le donne che in Europa hanno subito mutilazioni genitali e 180.000 le vittime potenziali ogni anno. In Italia, nel 2017, erano stimate tra le 60 mila e le 81 mila presenze di donne che avevano subito mutilazioni durante l’infanzia e quindi bacino d’origine per altre potenziali vittime future. I gruppi maggiormente colpiti sono quello nigeriano e quello egiziano che rappresentano oltre la metà del campione stimato. I progressi, grazie alle ripetute sollecitazioni della Comunità internazionale, ci sono, ma procedono con eccessiva lentezza. In Tanzania, ad esempio, una legge le vieta dal 1998, in Kenya dal 2011 ed in Liberia dal gennaio 2018. Occorre accelerare il passo, come richiamato dall’ONU attraverso l’apposita Campagna #EndFGM by 2030” e con l’Agenda per lo sviluppo sostenibile, per raggiungere l’obiettivo di eradicarla definitivamente. Le leggi sono importanti ma ovviamente non bastano, bisogna far comprendere a donne e uomini, attraverso una serrata attività informativa e di sensibilizzazione, che le conseguenze delle MGF sulla salute fisica e psicologica delle proprie figlie sono devastanti. È importante, altresì, per raggiungere questo traguardo, che ci sia il concorso di tutti, istituzioni e società civile, perché, come recita lo slogan del nostro Manifesto, è necessario agire “Insieme per l’eliminazione delle Mutilazioni Genitali Femminili entro il 2030”.

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