27 giugno 2017. La Natuzzi ha annunciato l’impossibilità di sostenere il piano industriale concordato nel 2013 che aveva l’obiettivo di garantire la salvaguardia di tutti i lavoratori con investimenti sia sui siti produttivi attualmente attivi che sull’apertura del nuovo sito di Ginosa. Il motivo che ha spinto l’azienda a tali decisioni risiederebbe nelle ultime sentenze della Magistratura relative alle cause in Tribunale vinte da alcuni lavoratori per la mancata rotazione della Cassa integrazione e contro la procedura di licenziamento.
E’ quanto è merso ieri nel corso della cabina di regia al Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del viceministro Teresa Bellanova, dei rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata e dei rappresentanti sindacali,
L’azienda inoltre ha dichiarato che per ogni lavoratore reintegrato dal giudice ci sarà un lavoratore licenziato tra quelli che stanno lavorando. Per Feneal Filca Fillea “tutto questo è inaccettabile. Comprendiamo che tali sentenze rappresenteranno un ingente costo economico ma, dal nostro punto di vista, usarle come pretesto per ritirare gli investimenti ed il piano industriale non è concepibile. Abbandonare il piano industriale e gli investimenti significa tornare indietro di 10 anni, mettere nuovamente a rischio 1300 posti di lavoro e vanificare tutti gli sforzi compiuti, in primis dai lavoratori. In questi anni – proseguono – siamo riusciti a preservare gran parte delle produzioni riportando lavoro dall’estero in Italia e rimettendo nel processo produttivo diretto alcune lavorazioni che venivano esternalizzate, in controtendenza con quanto sta avvenendo ancora in gran parte del Paese.” I sindacati chiedono di fare subito dei passi indietro, “perché se non sarà così saremo costretti nei prossimi giorni a mettere in campo una forte azione di protesta contro l’azienda.” Intanto la Cabina di regia è stata riconvocata per il mese di settembre, quando si potrà avere un quadro più chiaro, anche su quanto peseranno le sentenze da un punto di vista economico. E anche dalle Istituzioni presenti arrivano gli stessi moniti. “Di certo in questi mesi non staremo a guardare – concludono i sindacati – ma convocheremo immediatamente le assemblee dei lavoratori e con loro decideremo iniziative a sostegno delle nostre ragioni perché senza investimenti e senza la difesa delle professionalità, tutti gli stabilimenti italiani della Natuzzi potranno essere a rischio.”