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Elezioni. Furlan: “Questione morale e legalità temi prioritari ma di cui si sente parlare poco o niente”

Pubblicato il 24 Feb, 2018

24 febbraio- “La questione morale e della legalità sono temi prioritari e non secondari da affrontare, che costituiscono una radice molto profonda dei mali italiani ma di cui, purtroppo, sentiamo parlare poco o niente durante le campagne elettorali”‘. E’ quanto sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un “forum” con il Quotidiano di Sicilia in edicola oggi. “Dobbiamo metterci in testa che ogni euro che va a finire in corruzione o evaso è un euro in meno per scuole, ospedali, infrastrutture. Cinquanta miliardi di euro, dato reso ufficiale dalla Corte dei Conti, derivante da fenomeni di corruzione e cento cinquanta miliardi di euro tra evasione contributiva e fiscale. Due cifre che già da sole danno l’idea molto chiara del nostro Paese”, aggiunge la leader della Cisl. “Credo che ogni cittadino onesto si sia vergognato quando l’Unione Europea, nel portare avanti una campagna di promozione contro la corruzione, ha detto all’Italia: amici cari, abbattete un pò questo dato perché da soli rappresentate oltre la metà del tasso di corruzione in Europa. Se non si riduce drasticamente il dato italiano, a cascata nemmeno l’Europa riesce a diminuire il suo complessivo. Per fare questo ci vogliono le leggi e deve funzionare meglio la macchina della giustizia. Ma ci vuole il contributo di tutti”. 

La Furlan sottolinea nella lunga intervista che “indubbiamente la politica ha un ruolo importante nel processo di moralizzazione del Paese. E la debolezza dei politici non solo non ostacola, ma anzi, contribuisce alla crescita esponenziale di fenomeni di illegalità. Certo, però, che se il dibattito tra i partiti è: tu nelle tue liste hai cinque condannati, io nelle mie ne ho “solo” due, be’, io rispondo che nelle liste elettorali i condannati in via definitiva neanche devono entrarci. Quindi è necessario che la politica si pulisca al suo interno, in modo molto profondo. Detto ciò, sicuramente un ruolo lo devono giocare tutte le istituzioni e le forze sociali, sindacati compresi. Anche perché, ricordiamolo, l’Italia è un Paese che soffre ancora moltissimo del problema della criminalità organizzata, manifestazione invasiva soprattutto nella Pubblica Amministrazione, in particolare, nel campo degli appalti pubblici, che non riguarda più soltanto il Mezzogiorno e strettamente collegato alla corruzione”.

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