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Energia. Le proposte della Femca Cisl per una strategia idrica italiana. Oggi e domani Convegno a Roma

Roma, 15 Marzo 2018 – La Femca Cisl, il sindacato dei lavoratori dell’energia, chimica e moda, ha ritenuto necessario promuovere un incontro di approfondimento sul tema dell’Acqua rivolto alle lavoratrici, ai lavoratori, alle aziende di servizi responsabili della gestione e distribuzione di questo bene, a sindacati, istituzioni e organizzazioni nazionali, europee e internazionali che vivono nel concreto questa tematica.

Oggi e domani 16 marzo, pertanto, in vista della Giornata Mondiale dell’Acqua del 22 marzo, si tiene  presso l’Auditorium di via Rieti 13 a Roma il convegno dal titolo “L’acqua non è un bene infinito, ma un bene comune da preservare per il futuro. Riflessioni e proposte per tutelare un servizio essenziale”, promosso in collaborazione con l’Istituto di studi e formazione sulle relazioni sindacali SINDNOVA e la società ECOMAN, spin-off dell’Università di Urbino. L’iniziativa rappresenta una occasione di confronto con amministrazioni pubbliche, esperti e testimoni autorevoli, ma anche un momento di coinvolgimento dei partecipanti per l’approfondimento del tema “acqua”.

“Un futuro sostenibile in termini ambientali e sociali passa dalla salvaguardia dell’Acqua, risorsa indispensabile per la vita e per il lavoro, condizione essenziale per la coesistenza pacifica tra i popoli e lo sviluppo della società civile” tiene a sotolineare la Femca citando alcuni dati: in Italia vengono immessi in rete circa 2,64 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno, corrispondenti a 396 litri giornalieri pro capite (fonte ISTAT); di questi ne vengono erogati solo 1,63 miliardi (pari a 245 litri al giorno per abitante), con una dispersione del 38,2% (151 litri al giorno pro capite). Sono soprattutto le regioni del Sud a preoccupare, con una progressiva diminuzione delle risorse idriche, oggi più che dimezzate. Le situazioni più gravi, infatti, si registrano in Calabria, dove sono disponibili 3,48 milioni di metri cubi (erano 5,80 solo 12 mesi fa), Basilicata (195,5 milioni di metri cubi contro 370,88 di un anno fa), Puglia (140,58 milioni di metri cubi contro 336,55 del gennaio 2017), Sicilia (187,61 milioni di metri cubi contro 351,61 di gennaio 2017) e Sardegna (675,77 milioni di metri cubi rispetto a 974,56 dello scorso anno). 

“Si rende quindi più che mai urgente e necessario assicurare in tempi brevi una governance complessiva e coerente delle risorse idriche nazionali, capace di definire indirizzi, obiettivi, responsabilità nei diversi campi di intervento. 

In quest’ottica condivisa, la Femca Cisl presenterà quattro proposte per una strategia nazionale di gestione della risorsa acqua:

  1. Dare piena attuazione alle Direttive europee, aggiornando e adeguando le norme nazionali, in attesa di una riforma complessiva del settore. Prioritaria è l’effettiva operatività nei distretti idrografici con la ridefinizione dei loro confini e la revisione dei piani di gestione il cui controllo deve essere affidato alle autorità di bacino nazionale, con l’auspicabile coordinamento a livello centrale;
  2. Attuare un sostanzioso e costante piano di investimenti per le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative. Si stima che un investimento di 66 miliardi di euro, spalmati in 30 anni, avrebbe inoltre un effetto occupazionale quantificabile tra 150 e 200 mila addetti attraverso l’impiego e l’uso dei fondi strutturali, previsti in particolare per rendere più efficiente sotto il profilo ambientale la spesa pubblica;
  3. Migliorare le prestazioni ambientali del settore valorizzando il risparmio idrico, attraverso incentivi a chi utilizza le acque reflue depurate, e avvalendosi di tecnologie che favoriscano il monitoraggio delle reti idriche;
  4. Coinvolgere i cittadini e le organizzazioni dei consumatori e incoraggiare processi partecipativi dei lavoratori al fine di avviare una strategia di informazione che aumenti l’attenzione e la consapevolezza sui temi dell’acqua e del suo utilizzo sostenibile.

“Occorre creare nuova consapevolezza, dunque, perché il buon governo dell’acqua rappresenta non solo un fondamentale pilastro della protezione ambientale e della sostenibilità nell’uso delle risorse naturali, ma anche e soprattutto l’elemento decisivo per il benessere sociale, la salute dei cittadini e per la crescita economica e delle attività produttive: in altre parole, la governance dell’acqua e i metodi di attuazione della sua gestione sono i fattori determinanti per la sostenibilità dello sviluppo di una nazione e della qualità di vita della popolazione nel lungo periodo”.

www.femcacisl.it

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