Roma, 11 aprile 2018. “La controversa sentenza emessa dal Tribunale di Torino in merito ai lavoratori di Foodora, definiti quali collaboratori autonomi, impone una seria riflessione sulla reale condizione di migliaia di donne e di uomini che, al di là dell’inquadramento giuridico, prestano la loro attività in condizioni precarie dal punto di vista retributivo e di protezione sociale. Diventa non più rinviabile l’avvio di un’intensa stagione di contrattazione anche per questi lavori, per assicurare tutele e compensi adeguati. Noi siamo già impegnati con la nostra categoria la Felsa Cisl a dare una risposta per queste tipologie di lavoro. Per questo riteniamo necessario intraprendere immediatamente un tavolo di confronto con l’azienda per individuare una soluzione ai problemi che quotidianamente vivono queste persone tra le più deboli e prive di tutele del mercato del lavoro”. Lo dichiara la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sulla vicenda Foodora. Anche il Segretario Generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri ha commentato le decisioni del Tribunale di Torino sul ricorso presentato dai sei rider della società tedesca di food delivery. “La sentenza di Torino è discutibile perché colpisce uno dei diritti fondamentali come l’infortunio sul lavoro, ed è purtroppo un chiaro sintomo della lacuna normativa in materia. Se la gig economy è arrivata, diritti e tutele fanno fatica ad affermarsi per i lavoratori delle piattaforme digitali, non più classificabili secondo i tradizionali modelli così in assenza di norme legislative ad hoc è necessario ampliare le tutele contrattuali ai nuovi lavori connessi all’innovazione tecnologica ed alla digitalizzazione e contrastare la discriminazione generata dal web. E’ necessario introdurre misure per tutelare il lavoro che cambia e per assicurare una prospettiva di garanzia a chi opera per le piattaforme digitali, destinate a crescere, ma dove ancora la “dark side” pesa ancora troppo sui destini dei lavoratori” ha concluso il sindacalista.