Bologna, 21 gennaio 2019 – “Speriamo che dopo la nostra manifestazione che vedra’ la partecipazione di tanti lavoratori, pensionati, giovani del nostro Paese finalmente si creino le condizioni per un confronto importante con il governo”: lo ha detto la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, parlando, a margine del Consiglio generale della CIsl Emilia Romagna, della manifestazione del 9 febbraio indetta dai sindacati contro la manovra economica
“Le parti sociali sono essenziali nella vita del Paese. Speriamo – ha osservato – che il governo lo capisca attraverso un confronto che non puo’ essere attivato quando le cose sono fatte, ma deve essere attivato prima”. Con il governo “non abbiamo avuto interlocuzione. Ci siamo incontrati prima di Natale – ha ricordato il leader della Cisl – con il presidente del Consiglio. Abbiamo esposto la nostre richieste ma non abbiamo trovato nulla, nella stesura della finanziaria, delle questioni che abbiamo posto”.
E sottolinea come “dopo tanti anni, finalmente, il 2019 avrebbe dovuto segnare lo sblocco dell’adeguamento delle pensioni bloccate dal governo Monti in poi. Si fa invece, nuovamente, un’ulteriore passo indietro. Ancora una volta i pensionati e le pensionate – ha concluso Furlan – sono chiamati a fare sacrifici davvero in un clima di iniquita’ sociale”.
Torna poi su “quota 100” e di come sia “evidente che per tante tipologie di lavoro discontinuo -dichiara Furlan pensando ai lavoratori del commercio, dell’agricoltura o dell’edilizia- quota 100 divento un traguardo irraggiungibile”. Quota 100, dunque, rappresenta “un ‘opportunita’ in piu’ per alcuni lavoratori ma – ha osservato – ci sono tante categorie che rimangono assolutamente escluse, in modo particolare le donne e i giovani. Proprio per questo il confronto sulla previdenza deve riprendere, va messa al centro la pensione di garanzia per i giovani a va riconosciuto il valore sociale della maternita’. Riteniamo – ha concluso il leader della Cisl – che almeno riconoscere ad una donna lavoratrice un anno di contribuzione per il figlio sia il minimo che lo Stato puo’ fare”