Roma, 5 aprile 2016. Il leader della Fim Cisl Marco Bentivogli scrive una lunga lettera aperta al premier Renzi pubblicata oggi su l’Unità. Al leader delle tute blu della Cisl non sono piaciute le parole del Premier di sabato scorso : “mi hanno fatto molto arrabbiare” scrive “quello che non possiamo più accettare da chi guida il nostro Paese è che si continui a generalizzare tutto il sindacato o si utilizzino parentesi di ambiguità parlando di “certi sindacalisti, “Lei è un politico, le piacciono le generalizzazioni sui politici?” Ormai – scrive Bentivogli – è diventato uno sport nazionale parlare male del sindacato in generale e Lei è il segretario del più grande partito di sinistra: noi di sicuro non neghiamo le capacità manageriali di Sergio Marchionne, ma vorremmo che, nella sua visione, l’impresa fosse un bene comune che ha successo quando da’ centralità al lavoro, alle sue professionalità e ai legami solidali che il sindacato sorveglia e promuove, come proprio la vicenda Fca ci ha insegnato”. Il leader della Fim ricorda a Renzi anche il suo “rapporto esclusivo” con il leader della Fiom che sulla vicenda Fiat ha costruito la sua visibilità e tra i maggiori oppositori agli accordi Fiat. “Il sindacato – tiene a precisare Bentivogli – non è tutto uguale. E la vicenda Fiat (poi FCA), come molte altre, lo dimostra benissimo. Guai ad accumunare la FIM-CISL, che è largamente la prima organizzazione in FCA con il sindacato ideologico e reazionario.” Secondo Bentivogli sugli accordi Fiat, “si è discusso e narrato molto in Italia, complice una parte di giornalismo spesso incompetente e un mondo accademico pigro, che hanno usato categorie più utili a descrivere la cronaca rosa che una grande vicenda industriale”. “Dentro Fiat- ricorda il leader Fim – e non solo, una parte del vertice puntava sul “no corale” di tutto il sindacato per poter andar via veramente dall’Italia, perché dopo Pomigliano, ci sarebbero state Melfi, Cassino e Mirafiori, una chiusura dietro l’altra, come fosse una cerniera a fronte di un mercato dell’auto che si era più che dimezzato. Pomigliano e tutta la Fiat per noi doveva avere un futuro, e oggi ce l’ha. Come dimostra anche la più grande “inchiesta operaia” realizzata negli ultimi trent’anni, fortemente voluta dalla Fim, sul WCM”. “Ritengo che Marchionne abbia fatto bene – sottolinea Bentivogli – a non accettare di essere schiavo delle logiche di un’Italietta fatta di un establishment pigro, adagiato sulla rendita. Ma senza la responsabilità e il coraggio della Fim, oggi Fiat non sarebbe quella che è. E’ per questo che dico che l’abbiamo salvata noi.” Per quegli accordi – ricorda Bentivogli- “noi della Fim abbiamo subito aggressioni, violenze e assalti alle nostre sedi, oltre ad avere avuto dirigenti sotto scorta”. “I nostri accordi non sono stati la precondizione per gli investimenti. La storia non si può dimenticare o riscrivere a proprio piacimento”. Obama ricorda il leader della Fim a Renzi; “ha dedicato il Labor Day ai lavoratori americani e al sindacato che ha guardato loro le spalle nei momenti più difficili. Noi non siamo mai scappati. I sindacalisti della Uaw che in parallelo a noi, negli Usa, hanno firmato accordi ben più impegnativi per salvare Chrysler, sono stati considerati eroi nazionali”. Vogliamo – conclude nella sua lunga lettera Bentivogli – “da chi dice di voler cambiare il Paese, più chiarezza, più capacità di discernimento e maggiori riconoscimenti. In questi anni faticosissimi non abbiamo mai usato le vertenze più dure prendendo in ostaggio la disperazione operaia ed usandola contro i diversi Governi. Il ruolo sindacale è molto più alto della contesa politica. Questo Paese deve cambiare davvero e noi da tempo facciamo la nostra parte. La prossima volta, Renzi, rottami le generalizzazioni. Allora sì che saremo al suo fianco per quell’innovazione che serve così tanto all’Italia”. Ufficio Stampa Fim Cisl