Roma, 1 giugno 2017. “Ancora troppe incognite su occupazione ed investimenti, chiediamo di modificare il piano industriale.Vogliamo che sia un piano che non porti subito ad una gestione di licenziamenti ma porti ad una maggiore chiarezza sugli investimenti ambientali, produttivi e di tecnologia. C’è tempo fino a settembre per un accordo con ArcelorMittal”. Così Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl al termine dell’incontro sull’Ilva svoltosi oggi al Ministero dello Sviluppo economico tra il Ministro Carlo Calenda il viceministro Teresa Bellanova, i commissari e i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali e Cgil Cisl Uil. L’incontro fa seguito a quello di martedì scorso sulle due proposte d’offerta presentate per l’acquisto del Gruppo siderurgico Ilva, quella di AminvestCo (ArcelorMittal) e di AcciaItalia che prevedono un alto numero di esuberi.
“Vogliamo che il piano che arriverà dopo il negoziato sia un piano di rilancio vero” precisa Bentivogli spiegando di voler sventare l’eventualità che ArcelorMittal rilevi lo stabilimento per poi prendersi delle quote di mercato senza procedere agli investimenti per un vero e proprio rilancio. “Il confronto – spiega ancora il segretario Fim – è stato interrotto e proseguirà successivamente. Il Governo ha spiegato che prima dell’aggiudicazione non può essere affrontato un confronto più dettagliato sul piano. Per cui il confronto continuerà dopo il 5 giugno, data in cui verrà fatto il decreto di aggiudicazione alla cordata che sembra essere destinataria dell’orientamento del Governo. Il Ministro Calenda ha precisato che c’è tutto l’impegno per non lasciare nessuno dei lavoratori a casa. Il limite del tonnellaggio (6 milioni fino al completamento del piano ambientale previsto per il 2023) dello stabilimento Ilva ha delle implicazioni sull’occupazione sulla prima fase del Piano ma su questo abbiamo garanzie, se il piano ambientale venisse completato prima bisogna far intervenire il Ministero dell’Ambiente per rivedere il piano e tempi attraverso
un intervento legislativo. Oggi – spiega ancora Bentivogli – possiamo prendere due direzioni: l’annullamento della gara, attraverso un decreto (i limiti d’aggiudicazione della gara sono il 30 giugno) o l’aggiudicazione su cui è stata avviata una verifica con l’avvocatura di Stato per riaprire la gara solo sul prezzo, oggi dovrebbe arrivare il parere. I rilanci su tutti e tre i capitoli, dell’offerta, piano ambientale industriale, occupazionale) infatti implicherebbero il rifacimento della gara”.
Per il Segretario generale della Fim Cisl “deve essere interesse, non solo del Sindacato ma anche del Governo, comprendere compiutamente se questo investitore ha intenzione di rilancio o altro, in questi anni AM mentre chiudeva tutte le aree a caldo d’Europa continuava a partecipare a tante gare senza mai finalizzare proposte di acquisto. Per questo è necessario capire se Am punta sul rilancio industriale dell’Ilva o sulle sue quote di mercato (peraltro in discesa). Le questioni di dettaglio che vanno chiarite sono ancora troppe, anche sugli impianti dei tubifici su cui oggi apprendiamo un investimento per 30 mln e una previsione di sole 440 mila tonnellate da produrre, ci sono poi da chiarire gli interventi sui treni nastri, l’utilizzo dei diversi Afo e l’anticipo del rifacimento dellíAfo5, agglomerato, cokerie, opere infrastrutturali. Il decreto ambientale, soprattutto per il clima con cui è stato partorito, ha vincoli troppo stringenti e fuorvianti relativi al tonnellaggio (e non alle emissioni): è necessario capire se il vincolo dei 6 mln di tonnellate, in caso di anticipo degli interventi sul piano ambientale, possa avere degli impegni normativi per poter sbloccare questo limite che dovrebbe basarsi sui limiti imposti alle emissioni altrimenti si carica tutta l’incertezza sui lavoratori.
Entro il 5-6 giugno dovrà avvenire l’aggiudicazione per poter stare nei tempi della gara e di tutti i tempi tecnici necessari. Resta per noi vincolante il rispetto degli obiettivi di ambientalizzazione del Gruppo. Successivamente l’investitore ha 30 gg per presentare domanda in ottemperanza del piano ambientale, altri 30 gg per parere”.
Bentivogli ha poi concluso spiegando che Fim, Fiom, Uilm hanno ritenuto quindi “necessario predisporre un documento da sottoporre al ministro con tutti gli aspetti che richiedono chiarimenti da parte di chi si aggiudicherà la gara”.
“Questo confronto sarà determinante – si legge in una nota congiunta di Fim Fiom e Uilm – per ridefinire gli aspetti inaccettabili fino ad ora emersi, a partire dagli esuberi paventati e per tentare di arrivare ad un accordo sindacale con l’obbiettivo di modificare il piano industriale al fine di preservare l’attuale l’occupazione del Gruppo e dell’indotto, garantire la sostenibilità ambientale, incrementare investimenti e livelli produttivi. Tra oggi e lunedì – spiegano le tre federazioni – sono state avviate mobilitazioni in tutti gli stabilimenti, a cui seguiranno assemblee informative e di confronto con tutti i lavoratori sui contenuti del piano e le nostre proposte di modifica”.
Nel frattempo