Roma, 31 gennaio 2018 – Il confronto sull’Ilva tra Arcelor Mittal e sindacati ha compiuto oggi dei “passi avanti” ma restano ancora molte cose da chiarire. Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl di Taranto-Brindisi, Valerio D’Alo’, al termine del primo round tenuto al Mise sullo stabilimento pugliese: la discussione sta continuando, infatti, sugli altri siti produttivi. “L’incontro di oggi – riferisce il sindacalista – e’ servito per portare a conoscenza dell’investitore diversi aspetti specifici dello stabilimento di Taranto di cui non era a conoscenza, non essendo ancora all’interno e dovendo attenersi a regole stabilite dall’Antitrust. Questo per sostenere e ribadire come per noi i numeri del personale previsto dal Piano sono sottostimati rispetto alle reali necessita’ e che dovranno essere oggetto di confronto piu’ preciso e puntuale con il sindacato”. “Nello specifico – prosegue D’Alo’ – abbiamo mostrato le nostre perplessita’ sul possibile modello produttivo futuro, di cui abbiamo ricevuto parziali risposte come nel caso dei treni nastri, laminatoio a freddo e tubifici. Tra i dubbi emergeva come si potessero conciliare 6 milioni di tonnellate di acciaio prodotto con la totale messa in marcia degli impianti dove solo il treno nastri 2 a pieno regime riesce ad assorbire la quasi totalita’ con un prodotto di circa 5,4 milioni di tonnellate a pieno regime”.
“Abbiamo richiesto – aggiunge D’Alo’ – ulteriori chiarimenti sui tubifici, in particolare su quali impianti nello specifico sarebbero stati utilizzati per tenere fede all’impegno delle 440 mila tonnellate di tubi gia’ dal primo anno e soprattutto con quali organici riavviare la produzione. A queste osservazioni l’azienda conferma la volonta’ di tenere gli impianti a pieno regime e di avere in marcia almeno una linea di tubifici (importando bramme la’ dove necessario), essendo ben consapevole che il mercato dei tubi si gestisce nel lungo termine,mercato su cui Ilva e’ stata assente, come piu’ volte da noi denunciato in questi anni. Taranto rimane la possibilita’ per Arcelor Mittal di avere nuovi comparti produttivi avendo i tubifici le potenzialita’ per soddisfare il mercato”. Il sindacato ha chiesto chiarimenti anche sulle linee di agglomerato e l’azienda “ha confermato la volonta’ di tenere in marcia l’intero impianto, cosi’ come sulle due acciaierie dove e’ stato evidenziato lo stato attuale delle colate continue (CCO) ed in particolare la 5 ferma da tempo”. Infine, e’ stato fatto un focus sulle manutenzioni, mettendo in luce la professionalita’ dei lavoratori attualmente impiegati nelle attivita’ vitali per lo stabilimento come ripristino dei segmenti, manutenzione macchine utensili, meccaniche e aggiustaggi, nonche’ quanto e’ di competenza dell’officina elettrica e carpenteria. “Allo stato attuale della discussione, nonostante passi avanti- conclude D’Alo’ – permangono diversi aspetti da esplorare e chiarire al piu’ presto”.