9 dicembre- “L’atteggiamento di Emiliano è sintomatico di una generale volontà di opporsi allo sviluppo industriale, quello di dire “No” purchessia senza valutare le conseguenze”. Lo sostiene oggi in una intervista su Il Foglio la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. ” Il caso Ilva è emblematico di come si vivono i processi industriali e le questioni attinenti al lavoro: l’Italia non può fare a meno della siderurgia per i consumi interni, per il valore economico, per ulteriori 20 mila posti che andrebbero persi con un continuo stop&go che mette a rischio l’esistenza della fabbrica”. Per Furlan “dire no alla linea ferroviaria Tav o al gasdotto Tap con movimenti attivisti o con la speculazione politica è indicativo di una mentalità che si è manifestata negli ultimi vent’anni ogni qualvolta si vogliono realizzare le opere infrastrutturali importanti per essere un paese competitivo: se l’idea è che le linee ferroviarie debbano restare quelle borboniche , siamo molto lontani dall’obiettivo”. Sulle polemiche di questi giorni sulla legge Fornero , Furlan sottolinea che “la legge Fornero nacque in un momento di emergenza del paese per l’elevato spread, ma c’era un salto per aumentare l’ età pensionabile a 67 anni troppo rapido ed indistinto, un errore che è stato corretto dopo che la Cisl ha contribuito a smorzare l’effetto per quindici categorie di lavoratori con mansioni usuranti”. Sulla vicenda della riforma dell’Inps, la leader della Cisl aggiunge: “credo che si debba cambiare il sistema di governance dell’Inps e credo che il ruolo delle parti sociali in rappresentanza delle imprese e dei lavoratori vada valorizzato per scelte strategiche e vigilanza e controllo, a prescindere dal presidente”.
Infine sul tema dell’automazione del lavoro, Furlan ribadisce che “serve a nulla osteggiare l’innovazione. Anziché perdere tempo a pensare su come osteggiarla con elucubrazioni – conclude – faremmo molto meglio a seguire il progresso per riuscire a dotare di competenze lavoratori e lavoratrici e favorire investimenti, politiche attive e formazione per i giovani lavoratori”.