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Inail. Farina: il numero degli infortuni mortali rimane grave e preoccupante

Pubblicato il 22 Giu, 2016

Roma, 22 giugno 2016. “Dalla Relazione annuale del 2015, presentata questa mattina, emerge che il numero degli infortuni mortali (complessivamente 1246) va in pareggio al 2014 (con una variabile di circa il 2% in più o in meno in funzione dei vasi ancora in istruttoria)”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina in merito alla presentazione del Rapporto annuale dell’INAIL. “Sono dati che smentiscono la valutazione iniziale date dall’ Inail circa l’andamento decrescente degli infortuni. I numeri rimangono decisamente gravi e preoccupanti. Alla soglia quindi di vent’anni dal primo recepimento della direttiva europea sulla prevenzione negli ambienti di lavoro la mortalità per causa lavorativa registra ancora un dato drammatico di circa 4 morti al giorno. Le analisi delle cause specifiche sarà necessario svolgerle nelle sedi appropriate, ma queste incidono su di un numero inaccettabile di vittime per cause di lavoro, sia in un tempo di crisi che di ripresa economica e occupazionale. L’aumento importante poi delle denuncie di malattie professionali e in particolare di quelle del sistema osteomuscolari rende chiaro come occorre fare ancora molto sul piano della sicurezza, ma non meno della salute, intervenendo sulle procedure di lavoro, l’organizzazione, l’ergonomia delle postazioni di lavoro e i dispositivi di protezione o di vigilanza. Rimane infine alto e costante il numero delle vittime dell’amianto che rappresentano circa il 33% vale a dire un terzo dei deceduti per malattie professionali nel 2015. Il complessivo numero dei deceduti per lavoro, quindi, per l’anno 2015 per difetto è di 2.708 casi, considerati i 1.246 incidenti mortali dichiarati e i 1.462 casi per accertate malattie professionali. Inoltre è assente nell’ analisi dell’ Inail un riferimento alle strategie per la promozione della partecipazione dei lavoratori e la crescita delle relazioni industriali sui temi della salute e sicurezza sui posti di lavoro nonostante sia questo uno dei cardini della legislazione nazionale ed europea”.

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