Roma, 6 settembre 2016 . “La quarta rivoluzione industriale è l’ultima opportunità di sviluppo per rilanciare il Paese. Ma avrà successo solo in un territorio dove la città sia smart city e la mobilità, l’energia e anche la rappresentanza siano 4.0 ovvero intelligenti e sostenibili” ne è convinto il Segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli che risponde ad un intervista al Corriere Comunicazioni rispetto alle recenti dichiarazioni del Ministro Calenda al workshop Abrosetti di Cernobbio su Industry 4.0. Cauto il giudizio del leader della Fim che precisa: l’annuncio del Ministro è un primo passo importante, ma per un giudizio complessivo aspettiamo di vedere il piano completo, sulla strategia annunciata dal ministro Carlo Calenda su Industria 4.0 . “La parte sugli incentivi fiscali è certamente interessante” – dice – però sarebbe necessario, per prima cosa, riorganizzare il sistema di incentivi già disponibili e molto dispersi ed effettuare una selezione per assicurarsi che quelle risorse vadano realmente ad innovare la manifattura nella direzione della fabbrica 4.0. Stesso discorso vale per il Fondo di garanzia: di quei 200 milioni in più bisogna definire la quota realmente disponibile a cambiare l’interfaccia della catena di produzione. Per Bentivogli, il rapporto tra università e impresa è centrale per lo sviluppo di Industria 4.0. Auspico – dice – “che si identifichino università che abbiano creato davvero valore, fuori dalle solite spinte lobbistiche. Anche perché la sfida dell’Industria 4.0 si vince investendo massicciamente sul capitale umano e la riqualificazione professionale. Si studi il funzionamento della punta di diamante del sistema duale tedesco: un approccio sistemico e il Fraunhofer Institute, una rete di 66 istituti e centri di ricerca, sparsi nel mondo. 24.000 collaboratori che sviluppano un volume di ricerca per più di 2 miliardi di euro. Finanziato col 30% dal pubblico e il 70% dal privato con contratti con industrie private e bandi”. Per il leder della Fim “non servono a cabine di regia, accompagnate da carrozzoni di sigle che, in passato, si sono rivelate inefficaci quanto a un confronto che interessi le imprese, i sindacati le istituzioni. Servono subito reti tra gli operosi che vogliono giocare la partita per orientare il futuro sulla persona. Perché la quarta rivoluzione industriale avrà successo solo in un territorio 4.0, dove la città sia una smart city e la mobilità, l’energia, e anche la rappresentanza sia 4.0, intelligente e sostenibile. In un ecosistema totalmente rinnovato, dunque”. Solo così sarà la grande occasione forse anche ultima per rilanciare la manifattura e l’Italia.