10 febbraio 2020 – “Ennesimo grave allarme dell’Istat su un sistema produttivo che sta perdendo pezzi strutturali e che continua ad arretrare a causa di una congiuntura amplificata da politiche inadeguate. La risacca è drammatica, coinvolge quasi tutti i comparti, e denuncia la mancanza di una visione di sviluppo industriale. Per uscire dal pantano non ci sono scorciatoie, serve la massima discontinuità sul fronte degli investimenti”. Lo afferma in una nota Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl. “Da anni – aggiunge – il sindacato chiede una svolta nelle misure anticicliche per far ripartire infrastrutture e occupazione produttiva, innovazione e formazione, fiscalità di sviluppo e integrazione territoriale, transizione all’economia digitale e verde. Se il nostro Paese arranca più degli altri è perché su questi capitoli si è perso tanto, troppo tempo, a causa di mancanza di progettualità, procedure burocratiche e amministrative troppo farraginose, veti incrociati, ideologie del no”.
“Bisogna uscire da questa trappola – sottolinea ancora il numero due della Cisl –, tornare a dare una prospettiva alle nostre filiere, costruendo reti e strumenti di sostegno accessibili anche alle piccole e medie aziende che, come quelle grandi, devono essere accompagnate nelle dinamiche 4.0. Bisogna lavorare insieme alle parti sociali anche per rilanciare i consumi, non lasciando indietro nessuno”. Essenziale è “uno scatto nella gestione degli oltre 150 tavoli di crisi aziendali e nella tutela dei 300mila lavoratori coinvolti”. La coesione e il riallineamento delle politiche industriali “sono priorità così evidenti da richiamare tutta la politica alla massima condivisione sulle azioni necessarie. Non c’è altro tempo da perdere e i dati di oggi lo evidenziano in modo incontrovertibile”, conclude Sbarra.