Roma, 18 luglio 2019 – “I dati diffusi oggi dall’Inps mostrano due diverse facce del nostro mercato del lavoro: da una parte si registra un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni e si conferma l’ inversione di tendenza tra andamento dei contratti a tempo indeterminato e andamento dei contratti a termine; dall’altra tale saldo è significativamente inferiore a quello dello stesso periodo del 2018 e la cassa integrazione conferma il preoccupante trend di aumento, con 144 milioni di ore approvate nei primi sei mesi del 2019 che corrispondono ad una media mensile molto superiore a quella dei primi sei mesi del 2018 segno evidente che la crisi continua a colpire duro e le tante vertenze aperte al Mise continuano ad essere irrisolte”. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Se vi è qualche miglioramento ed il tasso di occupazione è tornato ai livelli del 2008- sottolinea Sbarra- ciò non può farci ignorare che il monte ore lavorate è diminuito di oltre 1,1 miliardi (-5 %) , che aumenta il lavoro povero, precario, stagionale e che abbiamo un tasso di occupazione, soprattutto femminile, tra i più bassi in Europa. Restiamo tra i primi paesi per percentuale di Neet sul totale della popolazione della fascia 15-29 anni , passata da 19% nel 2008 al 24,1% . Il timido recupero occupazionale è addensato nella classe di età over 50, continuiamo ad avere oltre 20 punti percentuali di divario tra il tasso di occupazione del Mezzogiorno ed il resto del Paese, alcuni settori economici non sono ancora usciti dalla crisi, come dimostrano i 180 tavoli di crisi aperti al Ministero dello sviluppo economico. Il Governo, anziché adagiarsi sui pochi miglioramenti- conclude Sbarra- dovrebbe mettere il lavoro al centro delle proprie scelte con una strategia di politica industriale, investimenti sulla Infrastrutture con l’immediato sblocco dei cantieri fermi, un piano di rafforzamento del sistema di formazione, istruzione e di assunzioni nella pubblica amministrazione, una nuova e forte attenzione al Sud ed infine, politiche attive del lavoro realmente attente all’occupabilità delle persone”.