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Istat. Sbarra: “Il lavoro povero dipende soprattutto dagli orari brevissimi”

Pubblicato il 2 Ott, 2019
2 ottobre 2019 – “Il dato fornito oggi dall’Istat in una audizione parlamentare è molto preoccupante: in Italia circa 500.000 lavoratori hanno un orario di lavoro inferiore a 11 ore settimanali”. È quanto sottolinea il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “E andando a vedere bene i dati, si scopre anche che quasi 3 milioni e mezzo di persone lavorano con orari comunque inferiori alle 25 ore settimanali. In entrambi i casi ovviamente in grande maggioranza sono donne. In questi numeri si annida il fenomeno del lavoro povero. È evidente, infatti, che orari al di sotto delle 11 ore sono ben lungi dal garantire un reddito minimamente soddisfacente. E non si tratta solo dei lavoratori delle piattaforme digitali. Il lavoro part-time, che dovrebbe essere una opportunità per conciliare vita e lavoro, se involontario e se ridotto ad orari così brevi, diventa una trappola. E purtroppo nell’ultimo decennio la grave crisi produttiva ha lasciato sul campo molto part-time involontario, tanto che oggi abbiamo recuperato i posti di lavoro persi ma non le ore lavorate che restano inferiori di circa mezzo miliardo al dato del 2008. Occorre fare leva sul rilancio della crescita e degli investimenti pubblici e privati per migliorare questa condizione a cominciare dalla prossima Legge di Stabilità. L’idea che il salario minimo orario possa sconfiggere il lavoro povero e che la precarietà si contrasti con provvedimenti legislativi che invadono il campo delle libere relazioni sindacali e della contrattazione collettiva dovrebbe tenere conto di questa realtà”.

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