Roma, 28 dicembre 2017. “Purtroppo il mancato riconoscimento della cittadinanza ai bambini figli di migranti nati e cresciuti in Italia è un’ occasione persa per il nostro Paese in termini di diritti, di doveri e responsabilità da parte di tutti, ma peserà soprattutto su una classe politica che non ha saputo cogliere una così importante occasione”. Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Responsabile Donne, Immigrati, Giovani della Cisl. “Sullo “Ius Soli – Ius Culturae”- continua Ocmin- si poteva fare di più e non è stato fatto, lasciando ancora molti “italiani” senza cittadinanza, più di ottocento mila bambini ed adolescenti che comunque vivono nel nostro Paese, frequentano le nostre scuole e parlano spesso solo la nostra lingua. Si poteva fare di più anche per quanto riguarda la regolarizzazione di lavoratrici e lavoratori stranieri caduti nella irregolarità a causa della crisi, ma che continuano a lavorare ed hanno alle spalle un’ importante storia migratoria con forte radicamento familiare nel nostro territorio. Si poteva fare di più per una loro maggiore inclusione e partecipazione attraverso il riconoscimento del diritto di voto amministrativo. Sono solo alcuni esempi, piccoli grandi passi che avrebbero consentito di marciare più spediti verso l’integrazione, traguardo obbligato se vogliamo dare alle famiglie immigrate una vita dignitosa, farle sentire parte della comunità, consentire loro un proficuo incontro tra le culture e costruire un dialogo sociale ed interreligioso rispettoso di tutto e di tutti”. “Per la mancata discussione della riforma della Legge sulla cittadinanza- conclude Ocmin- rimane l’amarezza di essere arrivati così vicini al traguardo, rinviando ancora una volta l’approvazione di un provvedimento atteso con speranza da migliaia di persone”.