Roma, 3 luglio 2018. “Lo esamineremo con molta attenzione, ma vi sono alcune questioni rilevanti: meno precarieta’ significa dare piu’ certezza ai nostri giovani e non e’ piu’ possibile che le imprese prendano fondi pubblici e poi decidano di delocalizzare. Quindi, su questo spirito siamo assolutamente convinti che vi siano questioni importanti, nodali assunte come priorita’ e lo condividiamo, sui singoli provvedimenti ci riserviamo una lettura attenta”. Cosi’, a margine della Conferenza dei Servizi in Rete, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sul decreto dignita’ approvato dal Consiglio dei Ministri ieri sera. “Lo spirito – aggiunge- deve essere come rendiamo meno precario il lavoro”. E commentando l’intervento del Vice premier Di Maio, stamani alla Conferenza : “Mi ha fatto assolutamente piacere – aggiunge – sentire il ministro richiamare la concertazione per definire priorita’, obiettivi e percorsi per raggiungere gli obiettivi stessi. È un buon modo di concepire il dialogo sociale e lo stare assieme”. La questione voucher? Sono stati tolti senza riflettere troppo, ma l’agricoltura e edilizia non credo proprio possano avvalersi dei voucher”.
Sul Dl dignità si è espresso anche il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra in una nota definendo “condivisibile la linea assunta nel Decreto che non scoraggia in assoluto i contratti a termine, ma solo quelli di durata lunga, che più verosimilmente nascondono l’esigenza di contratti stabili. Il reale problema infatti è la durata delle transizioni da termine a tempo indeterminato”.
”Nutriamo tuttavia forti perplessità. – sottolinea a sua volta – sull’estensione tout court al contratto di somministrazione di alcune discipline del contratto a termine, per le quali andrebbero previsti adattamenti in ragione della peculiarità di questo istituto, soprattutto chiarendo che i diversi limiti che vengono introdotti devono essere riferiti all’impresa utilizzatrice, non certo all’Agenzia di somministrazione. La somministrazione è una delle tipologie contrattuali da una parte più costose per le imprese, dall’altra maggiormente tutelate, al contrario delle false partite Iva, false cooperative e tirocini sottopagati che sono le vere cause della precarietà e che chiediamo al governo di affrontare”. Inoltre, aggiunge Sbarra, “chiediamo che l’aumento dei costi dei contratti a termine si traduca in maggiori tutele nelle transizioni da un contratto a un altro. In generale riteniamo che, sia per il contratto a termine che per la somministrazione, sarebbe opportuno affidare una serie di scelte sul loro utilizzo in azienda alla contrattazione collettiva. Se si vuole, giustamente, favorire il lavoro stabile, si deve tenere presente che scelte rigide operate per legge e uguali per tutti rischiano di non distinguere tra flessibilità fisiologica e abusi”.
“La Cisl chiede ora che il percorso di conversione parlamentare del decreto veda un aperto confronto che valorizzi i contributi delle parti sociali e del sindacato, al fine di rendere maggiormente efficaci e concrete e non teoriche le scelte operate dal decreto stesso. Quanto all’aumento dell’indennizzo per i licenziamenti illegittimi, si tratta di una richiesta che la Cisl ha sempre sostenuto al fine di meglio tutelare il lavoratore nel periodo di ricerca di un nuovo lavoro”, conclude Sbarra.