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Lavoro. Fumarola: “Far crescere occupazione di giovani e donne per reagire alla carenza di competenze e alla demografia avversa”

Pubblicato il 7 Lug, 2023



“Secondo il Rapporto Annuale Istat 2023, la percentuale di Neet, benchè in calo grazie anche alla attuale fase di ripresa, resta sopra la media Ue di oltre 7 punti, con 1,7 milioni di giovani in tale situazione. Ma non si tratta di “bamboccioni”: la grande maggioranza cerca lavoro e tra il 38 % di chi non lo cerca né è disponibile a lavorare immediatamente, le motivazioni sono spesso serie. Ciò che più colpisce è che, tra gli indicatori del benessere dei giovani in Italia, la dimensione con maggiori difficoltà sia proprio quella di istruzione e lavoro. Particolarmente significativo che l’incidenza dei Neet diminuisca al crescere del titolo di studio”. Lo dichiara in una nota la segretaria confederale della Cisl Daniela Fumarola.“L’altra criticità del nostro mercato del lavoro è la bassa occupazione femminile, per cui restiamo fanalino di coda in Europa nonostante i progressi degli ultimi anni. Occorre pertanto fortissima attenzione all’implementazione delle due riforme del PNRR a maggior impatto sul lavoro di giovani e donne, che sono quelle relative all’istruzione e formazione e alle politiche attive, compreso l’orientamento scolastico e formativo, fondamentale per orientare ragazze e ragazzi verso le competenze più richieste. Orientare e inserire queste persone in percorsi di riallineamento delle competenze è la scelta che può portare risultati, affiancandoli agli incentivi contenuti nel Decreto lavoro. Continuare a tenere così tanti giovani e donne fuori dal mercato non solo significa relegarli a condizioni di disagio e, per i giovani, ritardare con conseguenze gravi il loro ingresso ad una vita adulta e piena, ma anche privare il Paese di risorse fondamentali, proprio quando sta emergendo con forza una vera e propria emergenza competenze, che rischia di creare presto strozzature alla crescita economica di interi settori. Del resto è lo stesso Rapporto Istat a suggerire l’importanza di far crescere i tassi di occupazione giovanile e femminile anche per compensare la perdita di occupati prevista nel medio-lungo periodo dovuta alla crisi demografica”.

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