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Lavoro. Furlan: “Delittuoso disperdere il lavoro fatto, bisogna andare avanti con le riforme, con alcune correzioni per migliorarle”

Pubblicato il 19 Feb, 2018

Roma, 18 febbraio 2018.  “In una campagna elettorale caratterizzata da promesse irrealizzabili è un bene che Confindustria abbia messo al centro dell’agenda i temi del lavoro e della crescita. A differenza dei partiti, preoccupati più di demolire che di costruire, le parti sociali dimostrano di voler portare il dibattito su temi che stanno a cuore agli italiani, ma che restano in ombra nella contesa politica». E’ quanto sottolinea oggi la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una intervista al Sole 24 ore commentando l’iniziativa lanciata a Verona dall’Assise generale di Confindustria: «Considero condivisibile l’approccio – afferma -ovvero la stesura di un piano realizzabile da sottoporre alla politica. Nel merito dei contenuti, vedo molte affinità tra le proposte degli industriali e le nostre su Europa, Welfare e lavoro. C’è una comune visione strategica del lavoro inteso come bene comune, come elemento di coesione sociale. Si afferma la centralità dell’impresa e dei lavoratori». Anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan, proiettandosi al dopo elezioni invita a non smontare le riforme: «Siamo in una fase di ripresa che va consolidata – afferma-, arrivano segnali incoraggianti dalla crescita del Pil, degli investimenti e dell’occupazione. Sarebbe delittuoso disperdere il lavoro fatto, bisogna andare avanti con le riforme, con alcune correzioni per migliorarle». Quanto al piano da 250 miliardi in cinque anni proposto dagli industriali per creare oltre 1,8 milioni di occupati in più: «È una proposta ambiziosa ma realizzabile – sostiene-, è giusto che il Paese si dia degli obiettivi ambiziosi, ma alla portata. Bisogna ottimizzare gli investimenti pubblici e privati, utilizzando le risorse dei fondi Ue». Nel merito, per Furlan è tempo di passare alla “fase due”, per una serie di temi evidenziati anche dall’Assise di Confindustria: «Industria 4.0 ha finanziato gli investimenti, ma adesso bisogna puntare sullo sviluppo delle reti infrastrutturali per connettere il Paese, recuperando il ritardo accumulato. C’è una forbice troppo ampia tra le richieste delle imprese in termini di nuove competenze e professionalità e l’offerta formativa. Bisogna porre la centralità dei percorsi formativi, serve il dialogo tra impresa, territorio e scuola, la chiave di volta è l’alternanza scuola-lavoro che in Germania ha contribuito quasi ad azzerare la disoccupazione giovanile. Bisogna rafforzare gli Its e l’apprendistato professionalizzante. Le politiche attive del lavoro sono la gamba mancante del Jobs act da realizzare. Assicurare più sviluppo al Sud deve essere una priorità, perchè senza la ripresa del Mezzogiorno è difficile che l’Italia possa ripartire». Ma un fattore decisivo per la crescita è rappresentato dalle relazioni industriali: «La Germania è riuscita ad uscire dalla crisi in tempi rapidi anche grazie ad un sistema di relazioni industriali partecipative – ragiona la leader della Cisl-. Bisogna scommettere sul dialogo». Il riferimento è al confronto su relazioni industriali e contrattazione collettiva tra Confindustria e sindacati: «Da un anno e mezzo stiamo lavorando su una proposta complessiva, siamo ad un passo dall’intesa. Lancio un appello alle parti sociali, affinchè si compia l’ultimo sforzo per arrivare ad una sintesi positiva». Ma l’appello al dialogo si estende anche alle istituzioni che «si scontrano anche su questioni industriali, come è successo per l’Ilva o il Tap o il tavolo su Roma. Peccato che nel braccio di ferro, in mezzo ci sono imprese e lavoratori che finiscono per subire le conseguenze delle mancate decisioni».

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