Milano, 5 febbraio 2018. “Il nuovo parlamento detassi i fondi contrattuali per far decollare la partecipazione azionaria nelle imprese”. A chiederlo, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, durante un convegno della Fondazione Unipolis, spiegando che, in merito alla partecipazione dei lavoratori nelle imprese “serve una svolta”. “I processi di partecipazione dei lavoratori e di democrazia economica – aggiunge – servono per ricucire una società che si sta sfilacciando”. Secondo Furlan, “i tempi sono ormai maturi, non è solo una scelta legislativa che bisogna fare, ma è la scelta strategica di un modello democratico di crescita competitiva e di qualità che vuole avere un Paese”. “Lo deve fare la politica – aggiunge – ma lo devono fare anche la parti sociali”. “Occorrono – indica – regole fiscali chiare e più vantaggiose per favorire i processi di partecipazione” in quanto “solo il 3% dei fondi contrattuali oggi investe nel nostro paese e non è possibile che i fondi contrattuali siano tassati come le rendite finanziarie”.
“Purtroppo – prosegue Furlan – nel nostro Paese, nonostante qualche timido esperimento, siamo in ritardo sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese, siamo fermi al protocollo Prodi della fine degli Anni Ottanta, ben lontani dalla grande lezione economica e sociale della Germania”. La Segretaria della Cisl parla di “errore” nel “non riconoscere il lavoro come elemento di sviluppo”. A suo dire “bisogna creare un sistema di regole fiscali che agevolino l’investimento dei fondi contrattuali dei lavoratori nell’economia reale, proprio per andare oltre la partecipazione organizzativa. Per questo serve un colpo d’ala del Parlamento insieme a relazioni industriali partecipative, come contiamo di fare nel nuovo modello contrattuale che stiamo discutendo con Confindustria”. “Le imprese – conclude – dove ci sono forme solide hanno fatto crescere la qualità del lavoro, la produttività ed i salari”.