Roma, 5 febbraio 2018. “Non e’ la tecnologia che dobbiamo ostacolare, ma e’ il suo uso a dovere essere controllato per garantire la dignita’ ed i diritti delle persone”. E’ quanto sottolinea oggi in un intervento sul quotidiano “la Repubblica” la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, sulla vicenda del braccialetto elettronico. “Le innovazioni tecnologiche, che producono indubbiamente un aumento della produttivita’ e della qualita’ di cio’ che si realizza, devono determinare vantaggi reciproci sia per l’impresa sia per il lavoratore in termini di aumento delle retribuzioni, condizioni di vita, organizzazione del lavoro”, aggiunge la leader della Cisl. “Sono questioni che appartengono al rapporto dialettico libero ed autonomo tra azienda e sindacati, nel rispetto del modello sociale e delle norme fondamentali di un paese civile e moderno”. La Furlan precisa che la Cisl non ha mai sottovalutato la sfida della digitalizzazione e di impresa 4.0. “Anzi, siamo stati tra i primi ad indicare l’esigenza di governare l’andamento dei processi tecnologici con accordi che puntassero alla formazione ed alla riqualificazione dei lavoratori, utilizzando gli sgravi fiscali estesi da quest’anno dal Governo anche alla formazione 4.0”, continua la Furlan. “Per noi la chiave rimane lo strumento della partecipazione, la condivisione degli obiettivi e dei risultati aziendali che è anche la garanzia per poter contrastare le distorsioni della globalizzazione della produzione, dei mercati, della società. Questo e’ il modello economico che grandi imprese multinazionali come Amazon e tante altre fanno fatica ad accettare. Ecco perche’ e’ per noi fondamentale nei prossimi giorni giungere ad un accordo con Confindustria su un nuovo sistema contrattuale e di relazioni industriali in grado di stimolare la produttivita’ ed i salari, ma partendo proprio dalla valorizzazione della partecipazione e dal ruolo centrale del lavoratore nell’impresa”. La Furlan sottolinea che “occorre regolare attraverso una contrattazione piu’ snella e dinamica i processi di innovazione tecnologica, utilizzare la bilateralita’ per attuare le politiche attive del lavoro, la ricollocazione dei lavoratori, la formazione permanente. Questo e’ il vero patto delle competenze di cui ha bisogno non solo l’industria ma tutto il nostro sistema- paese per rilanciare la propria competitivita’, dando slancio ed una prospettiva stabile alla ripresa economica”. Infine la leader della Cisl propone di andare piu’ in la’ con la democrazia economica. “Nei programmi dei partiti nessuno ha puntato sul ruolo propulsivo che possono avere i fondi contrattuali dei lavoratori per sostenere il capitale delle imprese e condizionare le scelte dei gruppi manageriali. Questa sarebbe la vera svolta che la Cisl auspica da tempo e che cambierebbe il nostro modello capitalistico, sdoganando centinaia di milioni di euro dei fondi contrattuali ed assicurativi che, opportunamente detassati, potrebbero essere usati dalle imprese italiane per investimenti in innovazione, ricerca, formazione, qualità dei nostri prodotti”.