Roma 4 aprile 2019 – “La Direttiva europea Work Life balance, su equilibrio vita familiare e vita professionale votata in seduta plenaria oggi, contiene luci ed ombre anche se bisogna riconoscere il notevole sforzo politico indirizzato a rafforzare un modello sociale più vicino all’esigenza della famiglia in Europa, dove lavoratori e lavoratrici possano condividere le responsabilità di cura dei bambini ed i familiari bisognosi di assistenza”. Lo dichiara in una nota la Responsabile del Coordinamento nazionale Donne Cisl Liliana Ocmin. “Tra le novità è previsto il congedo di paternità di almeno 10 giorni lavorativi sia per nascita o adozione di un figlio, pagato a livello d’identità di malattia; 5 giorni di congedo per accompagnatori – anche se purtroppo senza alcun obbligo di pagamento del congedo; diritto dei genitori e dei prestatori di assistenza di richiedere modalità di lavoro flessibile sul quale i datori di lavoro devono rispondere e fornire una giustificazione in caso di diniego. Rimarranno in vigore le disposizioni legislative nazionali, quando più favorevoli”. Inoltre Ocmin aggiunge che “rimane purtroppo il vincolo dell’anzianità aziendale di almeno un anno. Per quanto riguarda l’età dei figli per cui si richiede il congedo, il testo prevede un approccio evolutivo, innalzando l’età dagli attuali 8 a 12 anni. Insomma luci e ombre della tanto attesa Direttiva”. Infine conclude Ocmin “il Coordinamento nazionale Donne Cisl ha sostenuto ed accompagnato tutto il lungo processo e vigilerà l’applicazione della Direttiva a livello nazionale e ritiene molto importante il traguardo concreto per contrastare la disparità salariale di genere determinata spesso dalla rinuncia al lavoro durante il periodo di cura tema molto caro al Pilastro europeo dei diritti sociali”.