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Lavoro. Petteni: preoccupante calo del lavoro stabile, ora scelte per aumentare i consumi interni e per incentivare il lavoro a tempo indeterminato

Pubblicato il 9 Set, 2016

Roma, 9 settembre 2016. “Preoccupa la forte riduzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, peraltro accompagnata da un notevole calo anche delle collaborazioni e, in misura inferiore, dei contratti a termine. La riduzione del lavoro stabile, con la riduzione dell’incentivo e la crescita del Pil tornata a zero, era ipotizzabile, anche se non di questa entità”. Lo dice il Segretario confederale della Cisl Gigi Petteni, commentando i dati diffusi oggi dal Ministero del Lavoro. “Il calo delle collaborazioni sorprende meno, trattandosi in parte di un risultato indotto dalle norme di contrasto al falso lavoro autonomo inserite lo scorso anno nel Jobs Act – sottolinea Petteni – Segnale positivo sull’apprendistato, che finalmente cresce, anche grazie agli accordi che Cgil Cisl e Uil stanno firmando con le controparti per dare attuazione a quanto previsto dalle modifiche legislative che tentano il rilancio di questo importante strumento, e sull’aumento delle stabilizzazioni dei contratti, che in parte compensano il calo di nuove assunzioni a tempo indeterminato”. “Serve innanzitutto una svolta espansiva nelle scelte europee, per sperare di contrastare il contagio della Brexit – puntualizza il sindacalista – ma anche le politiche economiche nazionali dovrebbero puntare al massimo sul potenziamento dei consumi interni, che hanno trainato la ripresa del 2015, attraverso una riforma fiscale con effetti redistributivi a favore delle aree sociali medie e basse e con una strategia di crescita della produttività e di equa distribuzione salariale dei risultati, alla quale le parti sociali stanno tentando di contribuire con scelte sugli assetti del sistema di contrattazione collettiva. Inoltre restiamo in attesa della concretizzazione e dell’avvio della parte di riforma che riguarda il sistema di politiche attive atteso già dal gennaio 2016”. “Infine – conclude – è importante ragionare con il Governo sulle scelte che saranno inserite nella legge di stabilità circa le modalità per far costare di meno il lavoro stabile”.

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