13 novembre 2018 – “Associare il Reddito di Cittadinanza al Sud solo perché, in proiezione, è nelle zone deboli che inciderà di più è un’operazione sbagliata, quando non strumentale. Come ben evidenziato anche dagli economisti della Svimez, l’assegno ideato dal Governo non è una politica meridionalista. Affermarlo significa contribuire all’odioso luogo comune che associa il Mezzogiorno al luogo del sussidio e lo contrappone al resto del Paese”. Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, a margine di una iniziativa sul Mezzogiorno organizzata dal sindacato a Palermo. “Una strategia che argini povertà ed esclusione sociale è necessaria – ha aggiunto il sindacalista – ma ampiamente insufficiente. Serve un radicale cambio di marcia in Manovra: bisogna creare nuova e buona occupazione, con investimenti che rilancino infrastrutture e politiche industriali, formazione e competenze, scuola e servizi, politiche attive e sociali. Vanno individuate ed attivate leve di fiscalità vantaggiosa per stimolare capitali privati freschi e sostenere una politica industriale specifica, occorre guardare alle esigenze delle Pmi, alle dinamiche di impresa 4.0 e alle molteplici vocazioni produttive dei territori”. “C’è un Patto da ricomporre sul Sud, un contratto di unità e coesione nazionale che deve vedere tutti coinvolti, e che va rinsaldato a partire dal riscatto di una intera generazione di giovani scolarizzati, la cui integrazione fornirebbe la base ideale per accrescere il livello di competitività del Paese, con risvolti formidabili anche in termini di domanda aggregata”, conclude il numero due della Cisl.