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Lavoro. Sbarra: “Settori in ripresa convivono con filiere in forte difficoltà, subito investimenti e nuove protezioni sociali per garantire la ripartenza di tutti”

Pubblicato il 22 Lug, 2021

“I dati diffusi oggi dall’Inps mostrano un mercato del lavoro fortemente asimmetrico: mentre le assunzioni sono finalmente in ripresa da marzo, la cassa integrazione continua ad un ritmo sostenuto, e nell’ultimo mese registra un forte aumento. È evidente come alcuni settori si siano potuti avvantaggiare delle riaperture e della stagione estiva, mentre altri restino in forte sofferenza. Molti, tra questi ultimi, scontano peraltro situazioni che si trascinano da anni, e a cui il covid ha dato solo una ulteriore spallata”. Lo dichiara in una nota il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

“È importante, ora, accelerare sia con la campagna vaccinale ed il green pass, principali alleati delle riaperture di tutte le attività, sia con i progetti del Pnrr, che devono mettere in grado l’intero Paese di ripartire. Al contempo- sottolinea Sbarra- bisogna dare un impulso decisivo alla riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive, tenendo fermi alcuni punti: universalità delle prestazioni, ingresso nel sistema cassa integrazione delle piccole aziende, maggiore accesso dei lavoratori discontinui alla Naspi, che va inoltre rafforzata sia nella durata sia nella eliminazione del decalage, tutele anche per gli autonomi. Va garantita una equa ripartizione dei costi, con un forte sostegno della fiscalità generale e assicurato il diritto-dovere alle politiche attive, che devono essere potenziate per affrontare le difficili transizioni di questo momento. “Accanto a queste misure vanno messi in campo anche nuovi strumenti di politica industriale che diano meno spazio alla logica speculativa ed alla mera e perdente concorrenza al ribasso sui costi del lavoro. Si tratta di scelte da rendere operative subito, ben prima del 31 ottobre, data dello sblocco dei licenziamenti per le piccole aziende e per quelle del terziario”. Se, infatti, fosse negata la possibilità di rientrare in attività anche solo a una parte delle centinaia di migliaia di lavoratori ancora in cassa integrazione – conclude Sbarra- la timida ripresa delle assunzioni sarebbe messa fortemente a rischio”.

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