25 novembre 2019 – “Ad ogni evento di dissesto idrogeologico, oltre a contare i danni riportati se non, in casi più gravi, il conto delle vittime, assistiamo a numerose prese di posizioni che a volte sanno purtroppo anche di beffa”. Lo dichiara in una nota Andrea Cuccello, Segretario Confederale Cisl.
“La Corte dei Corti, il 31 ottobre 2019- sottolinea Cuccello- ha pubblicato i risultati di un’indagine sul Fondo progettazione contro il dissesto 2016-2018, segnalando che le risorse effettivamente erogate alle Regioni dal 2017 alla fine del 2018 rappresentano solo il 19,9% dei 100 milioni di euro in dotazione al fondo in questione: abbiamo speso solo il 19% dei soldi disponibili. I motivi? per la Suprema Corte i ritardi burocratici sono la base principale dei non interventi. Abbiamo politici che si preoccupano di modificare il codice dei contratti permettendo maglie più larghe che rischiano di avere infiltrazioni malavitose, come successo a Roma la settimana scorsa con l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, ma non si preoccupano dell’incapacità politica di velocizzare la realizzazione delle opere. Avevamo lo strumento di Italia Sicura, che aveva programmato interventi di prevenzione sul dissesto idrogeologico ma è stata smantellata per passare alla Presidenza del Consiglio con i risultati che vediamo”. “Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa- prosegue Cuccello- ha trasmesso nelle settimane scorse alla Presidenza del Consiglio il decreto per rendere immediatamente effettivo lo stanziamento di ulteriori 361 milioni di euro per 236 interventi sul territorio nazionale che rientrano nel ‘Piano operativo sul dissesto idrogeologico per l’anno 2019’. Non basta perché, se non si interviene per rendere più efficiente il sistema, si rischia di ripetere gli stessi errori commessi in passato. E poco importa che il piano si chiami ‘Italia Sicura’ o ‘Proteggi Italia’. Non a caso la sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti si è riservata “di valutare, in sede di attuazione delle nuove misure, le azioni concrete che verranno realizzate e la loro efficacia e coerenza. Ed allora non serve piangere dopo che le cose accadono. Serve un piano che sia operativo da subito”. “Quello che meraviglia- conclude il Segretario Cisl- è che a fronte di continue richieste di tavoli per rendere operativi i cantieri e le infrastrutture, questo Governo continui con i metodi del passato, ovvero pensare di fare tutto da solo. Ed i risultati si vedono.