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Metalmeccanici. Bentivogli (Fim Cisl): “Il sindacato non deve avere paura del futuro”

Pubblicato il 2 Gen, 2018

Roma 2 gennaio 2018 . Mario Lavia su Democratica intervista il Segretario generale dei metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli da mesi sotto scorta per le sue posizioni di rinnovamento sui temi che riguardano il lavoro e la politica, e lo descrive come “homo novus”, non solo per il sindacato ma anche per la politica italiana. Quello che si è appena chiuso dice Bentivogli : è stato un anno importante: si sono chiusi tanti rinnovi contrattuali, nei metalmeccanici li abbiamo centrati tutti cercando di innovare impianto e contenuti del Contratto Nazionale. Abbiamo risolto molte crisi industriali e riacceso la speranza per Alcoa” ma mancano – dice – ancora all’appello Ilva, Aferpi e tante altre su cui siamo impegnati anche in queste ore”. Sull’unità sindacale il leder delle tute blu della Cisl la pensa diversamente da tanti e dice : “l’unità non guasta ma deve produrre avanzamenti. Quando si è uniti per star fermi o in retromarcia meglio non allontanarmi mai dal merito e difendere la nostra gente, proprio come abbiamo fatto questo mese su lavoro e previdenza”. Serve poi secondo il sindacalista una semplificazione del quadro sindacale all’interno delle confederazioni, come è avvenuto in tutta Europa riducendo il numero delle categorie e nel numero delle sigle sindacali. La Cgil secondo il leader Fim – “è imprigionata in un’idea del lavoro e del sindacato le cui difficoltà sono accentuate dall’essere orfane di un rapporto organico con un partito di dimensioni degne di una grande confederazione. Nonostante le profonde divisioni di visione penso che le ragioni che nel dopoguerra hanno dato vita a Cgil Cisl Uil non siano più attuali”. Il sindacalista affronta poi le nuove modalità con cuoi la Fim insieme ad altre associazioni cerca di dare una risposta alle distonie del mercato con il “voto col portafoglio” premiando le aziende campioni di sostenibilità, relazioni sindacali, rispetto della dignità dei lavoratori. “Per noi è il modo che superi l’anti-mercatismo velleitario” – dice Bentivogli – per reimpossessarci proprio del mercato e orientarlo. Nel nostro statuto il voto col portafoglio è uno “strumento di lotta sindacale”. “La qualità della nostra democrazia è in discesa. Non siamo solo il paese del rancore, il sistema educativo produce troppi analfabeti funzionali”. Oggi dice Bentivogli il “ civismo è considerata la virtù dei fessi. Serve – per questo – “una politica che riparta dal valore dell’esempio, del coraggio, della competenza”. “Puntare tutto sulla formazione, l’apprendistato- queste dovrebbero essere per Bentivogli le priorità del prossimo Ministro del Lavoro – “devono diventare cose serie, chi ruba sulla formazione va messo in galera, perché ruba il futuro. Lavorare per un sistema duale. Stanno crescendo le mansioni cognitive e spariscono quelle ripetitive. “Rendere realmente operative le politiche attive. Semplificare, semplificare, andare avanti con le liberalizzazioni”. “Uno Stato complicato è uno stato d’animo, debole e sfiancante per tutte le energie buone del paese. “La tecnologia non porta il precariato – sottolinea il sindacalista – è piuttosto “il vuoto di immaginazione dei politici e di molti sindacalisti che lo determina. Bisogna avere il coraggio e la competenza per scrivere sul foglio bianco “ . Battere con idee e visione l’Italia in cui “ hanno tutti ragione” per non far trionfare i populisti per cui, tranne loro, “hanno tutti torto”. Gli standard minimi di tutela a livello europeo sono una buona idea, ma non basta. Serve che il lavoro sia “degno”, libero, creativo, partecipativo e solidale, per questo bisogna costruire ecosistemi intelligenti attorno al nuovo lavoro” conclude.

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