Roma, 19 luglio 2017 – “Siamo alla vigilia di cambiamenti molto profondi, nonostante la tecnofobia che nel nostro Paese va molto di moda, sono convinto che quella che chiamiamo ‘quarta rivoluzione industriale’ sia una grande occasione di umanizzazione del lavoro”. Così Marco Bentivogli, Segretario generale della Fim Cisl intervenendo alla tavola rotonda: “Il post-umano” – con Paolo Benanti e Walter Mangoni, nell’ambito della tre giorni del 3°Seminario Estivo per “Direttori degli Uffici Diocesani di Pastorale Sociale” che si è aperto oggi a Lamezia Terme”.
“Questo però comporta una grande partecipazione e responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti e una capacità progettuale,- sottolinea – e soprattutto la capacità di usare la tecnologia per avvicinare di più il lavoro alla vita delle persone riportandole al centro”.
Bentivogli ha poi ricordato come la tecnologia in se contenga “i valori di chi la progetta e quindi va orientata verso la centralità della persona, per avere un lavoro di migliore qualità e soprattutto per ridistribuire il lavoro tra le persone.
Con le nuove tecnologie – prosegue – il lavoro cambia nella sua dimensione spazio temporale. Questo necessita di avere la capacità di progettare una nuova architettura sociale e industriale mettendo fuori tutta quella lettura Novecentesca che si è fatta fino ad oggi del lavoro. Per Bentivogli infatti, bisogna avere il coraggio e la capacità di leggere il lavoro, l’industria e le produzioni con lenti completamente nuove – chi avrà la capacità e lo spirito di frontiera per scrivere su un foglio bianco il futuro riuscirà ad interpretare il lavoro e gli spazi del lavoro futuro. In un momento in cui tutti voglio liberarsi del lavoro, la nostra battaglia conclude il sindacalista – è quella di lavorare affinché le persone si liberino nel lavoro, perché come dice Papa Francesco bisogna fare in modo che la persona fiorisca nel lavoro”conclude.