Roma, 4 aprile 2017. In un intervento sulle pagine del Corriere della Sera di oggi, il Segretario generale dei Metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli interviene sulla discussione di tassare i robot scrivendo una lettera al direttore: “robot e occupazione – scrive– sono una partita tutta aperta se la smettiamo con i catastrofismi” – “questi terribili robot sono tra noi da oltre 30 anni. Mirafiori li aveva negli anni 80 e tra Fiat Uno e Fiat Punto, la forza lavoro si era ridotta di un decimo senza robot cooperativi e intelligenza artificiale”. ”Se pensiamo – dice – che la sostenibilità la raggiungiamo fermando la tecnologia, allora torniamo all’aratro a trazione umana”. La vera novità per il sindacalista: “ è il grafico del Word Economic Forum che indica che dal 2015 il costo orario di un robot eguaglia quello di una persona. E cosa facciamo – si domanda – lo tassiamo?” Per rendere più conveniente l’utilizzo della persona come propone Bill Gates? Per Bentivogli – prima di tutto – “sarebbe utile che i big della news economy pagassero le tasse “il fatturato di queste multinazionali – scrive – è gigantesco rispetto a quelle manifatturiere e le tasse sono inversamente proporzionali”. L’industria italiana – precisa il sindacalista – ha perso 87 miliardi per mancanza di investimenti privati in tecnologia che sono finiti alla rendita – “dovremmo allora smontare i 16 robot della butterfly che saldano le carrozzerie di una Jeep Renegade a Melfi perché rimpiangiamo le esalazioni della saldatura? Per Bentivogli “il rischio è che si affronti questo dibattito parlando solo di tecnologie, benefici economici e catastrofismi. In Italia settori come l’elettrodomestico sono quasi spariti per lo scarso investimento in tecnologie”- e precisa – la tassa sui robot nel nostro paese “ graverebbe in modo inversamente proporzionale alla dimensione d’impresa, già troppo piccola e rallenterebbe la transizione e la precluderebbe senza approdi più sostenibili. Il nostro – scrive il leader Fim – è il Paese che si occupa del paracadute senza aver imparato a volare”. Occupiamoci – sottolinea di colmare come abbiamo fatto nel contratto dei Metalmeccanici con l’introduzione del diritto soggettivo alla formazione, l’alto gap di competenze rispetto ai nuovi skills. “C’è uno spazio di lavoro nuovo che le persone possono e potranno occupare con la loro energia insostituibile”. E conclude: “bisogna giocarsi la partita, ripensare integralmente l’idea d’impresa, il lavoro gli orari la sostenibilità” – c’è molto da fare non lasciamo campo alla paura.