Roma, 29 febbraio 2015. Come è cambiato il lavoro con il world class manufacturing? Ne ha discusso oggi al CNEL Marco Bentivogli, leader della Fim Cisl, con Tommaso Nannicini Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luciano Pero del Politecnico di Milano, Giorgio De Rita Direttore Generale del Censis nel dibattito coordinato da Luigi Covatta di Mondo Operaio. E’ stata proprio la Fim a promuovere quella che è diventata la più ampia e importante ricerca sulle condizioni del lavoro operaio degli ultimi trent’anni, “Le persone e la fabbrica”, realizzata con interviste ad oltre 5000 lavoratori in 30 stabilimenti Fca e Cnhi da parte di studiosi e ricercatori del Politecnico di Torino e di Milano. Progettazione preventiva e condivisa del luogo di lavoro, team-work, progettazione congiunta prodotto/progetto, rotazione in condizioni di sicurezza. E ancora, maggiore ordine, pulizia e sicurezza delle postazioni, migliore qualità del lavoro, ergonomia. Sono queste alcune delle principali caratteristiche innovative – apprezzate dagli operai intervistati – che hanno cambiato in meglio le condizioni di lavoro degli operai del Gruppo FCA e che pongono le basi per nuove sfide tra sindacato e imprese. “Oggi è molto facile parlare di Fiat” – ha dichiarato Bentivogli – “perché sono ripartiti gli investimenti, domani si aprirà il Salone dell’auto di Ginevra e FCA porterà molti nuovi modelli, anche grazie agli accordi sottoscritti, tra cui il Maserati Levante realizzato a Mirafiori fino ad arrivare alla nuova Giulia, prodotta da marzo a Cassino. In mezzo però c’è chi ha combattuto per questo, perché ci ha creduto, mentre gli altri dicevano che, anche per colpa del sindacato, il “progetto Pomigliano” era morto. Oggi il sindacato non può rimanere fuori dalla storia, come ha dimostrato l’ultimo sciopero della Fiom a Cassino (a cui hanno aderito solo 30 lavoratori su 2300) contro la pausa mensa a fine turno, che sono gli stessi lavoratori a chiedere, in uno stabilimento che esce da anni di cassa integrazione con la produzione della Giulia. La Fim – grazie alla contrattazione – ha sfatato il falso mito, sostenuto anche da molti economisti, che l’unico modo per garantire la ripresa sia depauperare i salari e peggiorare le condizioni di lavoro: il WCM è l’esatto contrario ed è il paradigma che ha riscritto in positivo la narrazione del lavoro. Investire sull’organizzazione del lavoro significa investire sulle persone. Nel medagliere del WCM non c’è solo l’aumento della produttività, ma anche altri importanti fattori: ad esempio il risparmio delle risorse naturali, dell’energia o la riduzione degli infortuni”. “Ora dobbiamo fare un salto di qualità” – conclude Bentivogli – “Il solo coinvolgimento dei lavoratori non basta: il nuovo contratto e la nuova fabbrica devono essere laboratori di vera e concreta partecipazione per non sprecare e continuare ad alimentare l’entusiasmo dei contributi offerti dai lavoratori”. Ufficio Stampa Fim Cisl