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Metalmeccanici. Sentenza Tribunale Vicenza su molestia sul lavoro. Fim Cisl: “Rispettiamo la giustizia ma non possiamo essere d’accordo”

Pubblicato il 18 Gen, 2018

Roma, 18 gennaio 2018. “Una sentenza, quella di Vicenza, che fa riflettere (oltre che indignare) rispetto a quello che da tempo il Network Daisy della Fim Cisl denuncia: e cioè un problema culturale, ancora lontano dall’essere affrontato e risolto”.  Così la coordinatrice nazionale Network Daisy Donne Fim Cisl Romina Rossi, in merito alla decisione  decisione assunta dal gip del Tribunale di Vicenza che ha sancito come la sculacciata del capo, davanti ad altri colleghi testimoni dell’accaduto, non sconfina nella violazione penale e non si può definire “molestia sul lavoro” perché sarebbe stata data con «spirito goliardico», senza morbosità. La donna, in tre distinte occasioni, aveva ricevuto dal suo diretto responsabile, delle pacche sul sedere mentre passava tra le scrivanie. Ed il caso è stato archiviato.

“Una sentenza -prosegue Romina Rossi- che segna una ferita per tutte le donne che lavorano che, a detta di questo giudice, dovrebbero “tollerare” frasi o addirittura gesti come una pacca sul sedere in virtù del fatto che nel nostro Paese una molestia (perché di questo si tratta) non è molestia se viene definita “goliardica”. Eppure è evidente che la violenza contro le donne non è che l’ultimo, tragico, atto di questa cultura e che l’unica soluzione è l’educazione al rispetto tra uomini e donne, sul lavoro come nella vita privata. Rispettiamo la giustizia ma non possiamo essere d’accordo con una sentenza che non rispetta la dignità delle persone, di qualunque genere. E lo diciamo con forza: una pacca sul sedere, sul lavoro e non solo, spacciata per goliardia è molestia e, come tale, va combattuta e non tollerata. Prima ancora che nelle aule di tribunale, nelle nostre teste”.

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