27 Luglio 2016 – “Francamente ci pare una riedizione edulcorata del “pre-bail in” applicato a novembre 2015 alle cosiddette 4 banche”. Così Giulio Romani, Segretario generale First Cisl, commenta il paventato utilizzo delle obbligazioni subordinate per sostenere l’aumento del capitale sociale di Banca MPS. “Il rischio di capitale connesso ad una trasformazione delle subordinate – continua Romani -sarebbe per gli investitori elevatissimo, soprattutto in assenza di soluzioni concrete ai problemi strutturali dell’azienda. Bene sarebbe escludere da questo rischio tutti i clienti retail, ma occorre valutare con attenzione anche l’impatto che la conversione potrebbe avere sugli istituzionali, per escludere la possibilità di effetti sistemici. Sia fatta chiarezza su come sarebbe assorbita la mole patologica di credito deteriorato che, anche a causa di operazioni speculative, determina da anni una progressiva distruzione di valore della banca, nonostante i numerosi e consistenti aumenti di capitale sociale già effettuati. Il Governo faccia proprie le riflessioni di molti analisti, che indicano nel sostegno pubblico ad un’attività di gestione e recupero degli NPL l’unica via d’uscita per il risanamento di un sistema bancario che, unico in Europa, non ha avuto alcun sostegno dopo l’esplosione della crisi finanziaria. È sbagliato insistere nel negare un problema sistemico, ostinandosi a proporre soluzioni, diverse, da banca a banca, la cui efficacia è minata proprio dall’assenza di un progetto complessivo. Insieme agli interventi congiunturali, per mettere in sicurezza i bilanci delle banche in difficoltà, a partire da MPS, deve essere chiaro il disegno con cui il sistema bancario italiano si propone di attrarre investimenti, recuperando redditività e solidità attraverso una profonda riforma dei modelli organizzativi, dell’offerta di servizi e, soprattutto, attraverso una diversa responsabilizzazione del sistema dei controlli”. “L’occupazione,i lavoratori del sistema e la sussistenza economica dell’intero Paese – conclude Romani – non possono essere le vittime delle gestioni fallimentari di tanti gruppi manageriali e dell’improvvisazione con cui la politica, anche europea, sembra aver affrontato il tema. In questi anni i bancari hanno fatto molti sacrifici per difendere il proprio posto di lavoro e sostenere le proprie aziende e, con esse, hanno sostenuto, senza alcuna solidarietà pubblica, gli interessi delle famiglie e delle imprese nazionali: crediamo sia giunto il momento in cui anche le istituzioni si facciano carico di quanto necessario per non vanificare questi sforzi”. Ufficio stampa First Cisl