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P.a. Ganga: “Contrarietà sull’art.2 del decreto concretezza su introduzione controlli biometrici”

Pubblicato il 29 Mar, 2019

Roma, 29 marzo 2019 – “Sul via libera delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera all’articolo 2 del disegno di legge “concretezza” (così come abbiamo sostenuto in sede di audizione parlamentare) ribadiamo che le misure di contrasto all’assenteismo debbano evitare di alimentare un immotivato clima di sfiducia nel lavoro pubblico, costruito sugli sbagli di una minoranza, tutelando il benessere organizzativo e l’immagine di chi svolge ogni giorno il proprio dovere con professionalità e spirito di servizio”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

“Noi, invece- sottolinea Ganga- continuiamo ad esprimere la nostra contrarietà al ricorso a controlli biometrici per combattere il fenomeno. Già i contratti collettivi firmati lo scorso anno prevedono misure di contenimento dei casi di abuso e la legge è già intervenuta, inasprendo le sanzioni e integrando le procedure di accertamento. Per la CISL la strada da seguire richiama l’assunzione della responsabilità delle Amministrazioni e delle Organizzazioni sindacali in una virtuosa e continua ricerca delle migliori soluzioni nelle pubbliche amministrazioni, per offrire servizi ai cittadini ed alle imprese. In tal senso, l’introduzione di sistemi di identificazione biometrica, lungi dal poter essere considerati semplicemente quale un nuovo strumento di prevenzione dell’assenteismo a garanzia dell’efficienza della PA, risulta andare molto oltre tale finalità. E’ appena il caso di rimarcare, poi, come le ingentissime carenze di personale, a fronte dei piani assunzionali attesi, impongono ben altre visioni, se si ha a cuore non solo il presente ma anche e soprattutto il futuro del Paese. È del tutto evidente che una tale disposizione lede la privacy dei lavoratori. Il Codice della Privacy impone infatti espressamente il rispetto del principio di necessità nel trattamento dei dati in forza del quale, come più volte chiarito dallo stesso Garante, i dati personali devono essere trattati soltanto quando la finalità perseguita non possa essere raggiunta ragionevolmente con altri mezzi e soltanto nei limiti di quanto risulti indispensabile in vista di tali scopi. Ciò posto e considerato che l’obiettivo del provvedimento sarebbe quello di implementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, non è comprensibile una disposizione che, per reprimere le condotte di una minima parte che viola i doveri di servizio assentandosi in modo fraudolento, imponga indistintamente un trattamento dei dati biometrici a tutta la forza lavoro dei comparti pubblici. Per la CISL la strada da seguire richiama, invece, l’assunzione della responsabilità delle Istituzioni, delle Amministrazioni e delle Organizzazioni sindacali in un corretto apporto partecipativo ed è per questo che con il Ministro ci piacerebbe un franco confronto rispetto a un’idea di servizi pubblici da intendere maggiormente come investimento per il Paese”. “Noi continuiamo a rimanere convinti che la qualità di una società si misura anche dal livello dei servizi che eroga alla propria Comunità- conclude Ganga- e che da un buon livello di servizi pubblici si evinca – oltre che il benessere del Paese – il tasso di democrazia e pluralismo della nazione”.

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