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Pensioni, Furlan: “Bene Boeri ma l’onere della proposta è del governo. La Fornero è la peggiore legge previdenziale d’Europa”

Pubblicato il 18 Mar, 2016

Cernobbio (Como), 18 marzo 2016. “Penso che Boeri, quando dice che bisogna mettere mano alla riforma pensionistica, dica una cosa assolutamente giusta. Siamo contenti di sentirlo anche affermare dal presidente Inps ma l’onere della proposta spetta al Governo. E’ il Governo che si deve assumere questa responsabilità”. Questo afferma la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine del Forum organizzato da Confcommercio a Cernobbio. Sulle pensioni “non siamo per nulla soddisfatti perché non è stato fatto nulla: sono stati fatti tanti annunci – sottolinea Furlan -, ogni ministro ha fatto il suo ed ogni economista ha detto il suo, ma il Governo non ha presentato nessuna proposta di riforma sulla legge Fornero che è la peggiore legge previdenziale d’Europa”. Il segretario generale della Cisl ricorda quindi che “noi abbiamo presentato al Governo la nostra piattaforma che si basa sulla flessibilità in uscita e riguarda anche i giovani. Non è successo nulla, il Governo continua a non uscire dalle politiche degli annunci” per cui “il 2 aprile chiederemo che il governo convochi finalmente le parti sociali e cambi la legge Fornero”.

Anche Maurizio Petriccioli, segretario confederale Cisl, da Roma commentando le dichiarazioni del Presidente dell’Inps sulla flessibilità nel pensionamento, si esprime sostenendo che: “il susseguirsi di proposte spot sul ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento non aiuta a costruire ipotesi di soluzione realmente percorribili, in grado di coniugare le ragioni della sostenibilità finanziaria, con quelle dell’equità sociale e della necessaria adeguatezza delle prestazioni pensionistiche”. “L’unico dato di fatto al momento è che i requisiti per il pensionamento sono ulteriormente aumentati dal 2016, per effetto dell’incremento dell’aspettativa di vita, allargando l’area del disagio in cui versano i lavoratori interessati, dai giovani che trovano ostacoli crescenti nell’accedere ad una nuova occupazione, alle stesse imprese che si trovano nell’impossibilità di praticare il turn over della forza lavoro, per finire con chi ha perso il lavoro e non ha più i requisiti per la pensione. In questa situazione il Governo dovrebbe intervenire e assumersi in prima persona la responsabilità di una proposta, avviando un confronto con le parti sociali sulle diverse questioni pensionistiche aperte, al fine di far emergere soluzioni praticabili che non scarichino sui lavoratori il costo dell’intervento e portando in chiaro i vantaggi che la flessibilità può comportare, in termini di benefici per le imprese, per l’intera collettività e, in prospettiva, per gli stessi conti previdenziali, attraverso un migliore equilibrio fra entrate e spese, mediante la crescita degli attivi e della contribuzione versata”, conclude Maurizio Petriccioli.

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